Alitalia, partita l’epurazione informatica [atto II]

Alla fine l’opera è stata compiuta. Alcuni mesi fa (leggi qui) abbiamo parlato della surreale situazione in cui versava Alitalia, l’ex compagnia di bandiera, con la propria divisione IT AZ in piena epurazione.

Oggi, quella divisione ha ufficialmente chiuso i battenti e tutto il settore informatico è stato appaltato a società esterne.

Il risultato, disastroso, ha colpito centinaia di lavoratori, informatici e ingegneri, che nel giro di un anno si sono ritrovati in CIGS a zero ore. Famiglie letteralmente lasciate in mezzo ad una strada.

I commissari attuali della compagnia hanno giustificato la scelta esterna spiegando che molte aziende del settore hanno fatto la stessa cosa. Ma a differenza di quanto realmente fatto da altre società, nel caso di Alitalia non ci si è soffermati a verificare le competenze di chi ha operato per decenni all’interno delle proprie strutture.

Questo processo ha quindi portato alcuni ex dipendenti interni a cercare l’assunzione presso le società esterne a cui Alitalia ha affidato ora la gestione, poiché gli unici in grado di intervenire sui software esistenti. Risultato? La classica confusione all’italiana.

Ma a chi giova tutto questo? Sicuramente non ad Alitalia, la quale ora si ritrova a pagare abnormemente risorse un tempo interne, non allo Stato, che si trova ad erogare la CIGS rinunciando a parte dei contributi delle aziende che hanno (ri)assunto dipendenti dalla cassa integrazione; lavoratori che da una parte vengono cacciati e dall’altra riassunti, con danno erariale per i soldi dei contribuenti.

Infine non ai lavoratori stessi, che essendo la parte debole restano vittime di una corsa al ribasso inaccettabile, sia dal punto di vista normativo poiché i nuovi contratti sono stipulati con il geniale JobAct di matrice renziana, ne dal punto di vista economico.

Occorre altresì sottolineare che il servizio offerto dal vecchio CED AZ non soltanto non migliorerà, ma anzi rischia di peggiorare, dato che i costi di gestione oltre a non essere diminuiti, come speravano i commissari, potrebbero addirittura aumentare.

In poche parole, siamo alle prese con l’ennesima scelta aziendale sbagliata di cui nessuno risponderà, pagandone le conseguenze solo i lavoratori e gli utenti. D’altro canto questo è il colpo di coda della sciagurata legislatura Piddina e renziana, la quale si è da subito distinta per incompetenza, come rispecchia il misero risultato elettorale attuale.

Una sassata, dunque, ancora una volta ai commissari scelti dall’ex governo, i quali si ritrovano a strapagare semplici abbellimenti grafici ad un sito web, che non riporta nulla di nuovo, se non una veste grafica diversa. Una sassata all’ ennesimo costoso e inutile imbellettamento: solo fuffa con cui coprire una scelta fallimentare, pagata a carissimo prezzo dai lavoratori dell’IT AZ espulsi dalla produzione.

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