Alitalia, si lavora (ma in sordina) ad un piano di rilancio

Da diverso tempo stiamo seguendo la vicenda Alitalia e nelle ultime ore starebbero emergendo scenari inediti che potrebbero anche portare benefici a quei lavoratori recentemente licenziati dai “super commissari”.

Dopo i disastri compiuti dai vari esecutivi Piddini nella gestione dell’ex compagnia di bandiera, tra sciagurate fusioni (con Poste Italiane), regali di concessioni (stile rapporto Etihad), epurazioni di professionisti qualificati e assunzioni di consulenti esterni profumatamente pagati per non fare nulla, adesso sembra voler prendere in mano la situazione nientemeno che il governo Conte. Ed è stato proprio l’attuale premier a rendere noto un progetto a cui da tempo pensa e con la quale starebbe in sordina lavorando fianco a fianco con il ministro del lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio.

“Nel caso Alitalia dobbiamo creare un rapporto di sinergia totale con le Ferrovie dello Stato perché è impensabile che il trasporto aereo e quello ferroviario siano sganciati”, ha spiegato il presidente del Consiglio. Finalmente un ragionamento sulla carta intelligente soprattutto per un paese prevalentemente turistico come l’Italia.

“Oggi la competitività dell’impresa turistica – continua – è affidata alla possibilità di raggiungere le mete a costi accessibili e orari intelligenti. L’ingresso in Ferrovie di Alitalia in questo senso permetterebbe ad esempio di lavorare al biglietto unico treno-aereo”. In parole povere, “un turista, quando arriva in Italia, potrebbe spostarsi in tutto il Paese”. Certo occorrerebbe però prima mettere le mani anche su FS, data la malagestione cronica di cui è affetta da sempre.

Bisogna però sottolineare come Conte, a differenza dei suoi predecessori troppo impegnati a guardare in direzione delle Fiandre, un notevole passo avanti lo abbia fatto, ad esempio capendo che il nostro Paese può davvero ricominciare a camminare da solo, un po’ come faceva ai tempi del soppresso IRI. Soprattutto in un settore, come quello turistico, in cui non siamo certamente secondi a nessuno, tanto meno in Europa.

“L’Italia – ha sottolineato il premier – è un’industria straordinaria per il turismo e per valorizzarla vogliamo rendere efficiente e attrattivo il sistema di trasporto”. E in questo Alitalia potrebbe diventare l’occasione giusta per rilanciarsi, invece che restare il grande “buco nero” che da anni attanaglia il Paese.

Alitalia tra l’altro, quasi nel totale silenzio, è presente nel contratto di governo e il dossier è infatti già passato nelle mani del vice premier e ministro per lo sviluppo economico Di Maio, il quale ha immediatamente immaginato, come in uno dei suoi mirabili voli pindarici, questo ambizioso progetto come la nascita del primo gruppo al mondo di trasporto integrato gomma-ferro-aria.

Il primo passo è stato compiuto. FS ha reso noto di aver presentato oggi pomeriggio una manifestazione di interesse per Alitalia. Tale manifestazione, necessaria per analizzare al meglio il dossier relativo all’azienda non è tuttavia vincolante. Anche il temuto incontro con i sindacati sarebbe andato a buon fine. Cgil e Uil avrebbero apprezzato il progetto in cui sarebbe coinvolto anche il MEF e le varie rassicurazioni ricevute, apprezzando soprattutto la possibilità di riassunzioni, l’assenza di ulteriori esuberi e infine un concreto piano di rilancio e non quindi un semplice e ulteriore piano di salvataggio. Più attendista la posizione della Cisl che ha chiesto ulteriori rassicurazioni sulle garanzie per i lavoratori attualmente in Cigs e in fondo trasporto.

Unica nota stonata di tutta questa sinfonia? Il ministro Tria che sulla vicenda sembra essere caduto dal pero e trincerandosi dietro un nemmeno troppo celato “no comment” ha dichiarato, “MEF in Alitalia? Non ne ho parlato con nessuno”.

Per ora dunque niente sassata, ma ci teniamo le pietre comunque ben strette in mano aspettando di vedere come possa evolvere la situazione.

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