Partito Democratico: nuovo esecutivo, vecchie ombre

Enrico Letta ha nominato il suo esecutivo. Lui, noto frequentatore della riunioni (segretate) di Bilderberg e della Trilateral, in compagnia di suoi amici come Prodi, Gruber, Bernabè o Monti ha nominato il suo esecutivo.

E qual è il primo nome che spicca? Quello di Lia Quartapelle, prima renziana, poi vicina a Gentiloni, nota per la sua partecipazione alle riunioni della Trilateral in qualità di David Rockefeller Fellows, i giovani selezionati per costruire loro un futuro da leader.

Lia Quartapelle è nota per le sue battaglie che si presentano come difesa di diritti umani ma che hanno sempre – in modo assolutamente casuale – un sottostante doppio: di indebolimento della posizione italiana nella geopolitica mediterranea e mondiale e di attacco all’industria della Difesa. Sono battaglie ideali che spesso avvantaggiano sempre qualche nazione amica o qualche industria straniera. Spesso la Francia.

La Quartapelle, oltre che agli ambienti Trilateral è da sempre vicina alla Francia. Proprio come Enrico Letta, insignito della Legion d’Onore, nominato stranamente (per un non francese) Direttore della scuola di affari internazionali dell’istituto di studi politici di Parigi.

O come lo stesso Gentiloni, voluto da Macron prima che altri nel ruolo di Commissario. D’altro canto alle riunioni della Trilateral partecipava anche il buon Vincenzo Amendola, prima ministro ed ora sottosegretario agli Affari europei, responsabile degli Esteri precedente. Pare, vedendo queste cose, che nel PD il rapporto con gli esteri debba quindi essere sempre condiviso con “altri”, dove per altri si intendono nazioni o gruppi, esterni al paese. Un segnale preciso, quindi.

Così come un segnale preciso è la senatrice Anna Rossomando alla Giustizia. Lei nasce a Torino e prima di essere Orlandiana era con Luciano Violante, grande amico del padre. Lei è notoriamente vicina ai magistrati ed alla difesa di ogni loro rivendicazione. Definirla giustizialista sarebbe sbagliato perché lei è più un’acritica sindacalista di MD. Un altro messaggio.

Quindi la linea del moderato Letta sarà: vive la France, viva MD. Le elezioni saranno vinte grazie all’aiuto esterno. D’altro canto, perché cambiare ciò che ha funzionato contro il centro-destra per quasi 20 anni?

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