Arrivano i sindacati delle Forze Armate. Il via della Consulta

La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma del codice dell’ordinamento militare che impedisce ai componenti delle Forze Armate italiane di costituirsi in associazione sindacale.

Accogliendo il ricorso sulla questione di legittimità costituzionale dell’articolo 1475, comma 2, del Codice Militare, la Corte Costituzionale ha cassato il divieto, per gli appartenenti ai corpi militari dello Stato, che vietava loro di associarsi in sindacati di categoria.

La Sentenza, definita da molti ambienti militari, storica rimanda tutta la questione ad una legge che dovrà essere approvata dal Parlamento e contenere, però, alcune limitazioni come quella di non poter ufficialmente aderire ad altri sindacati.

Per ora siamo solo all’inizio di un iter che potrà mettere la parola fine alle aspirazioni dei cittadini/militari che, in tempo di pace, potranno così godere, al pari di tutti i lavoratori italiani, dei diritti sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.

La Corte suprema ha motivato la sentenza richiamando la politica al rispetto delle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia, che la vincola al rispetto della Carta Sociale Europea, delle convenzioni in tema di difesa dei diritti dei lavoratori e del relativo diritto ad associarsi per tutelare gli interessi dei militari in servizio.

Con la decisione della Consulta, l’Italia si mette al pari di quanto accade già in molti Paesi europei anche se l’assenza di una normativa specifica ritarderà gli effetti applicativi della sentenza che prevedono una serie di restrizioni rispetto ai lavoratori “civili” e che dovranno essere contenuti in una apposita legge che riconosca le associazioni militari preposte all’attività sindacale a difesa della loro categoria.

A distanza di 37 anni dall’entrata in vigore della legge che permise la sindacalizzazione degli appartenenti alla Polizia di Stato, anche i militari potranno così costituirsi in sindacati a condizione di non aderire ad altre sigle e superare le vetuste ma sempre vigenti competenze del Cocer che, in questo anno compiono 40 anni e andavano rivisitate.

Ora spetta al Parlamento che, si spera in tempi brevi, dovrà varare un’apposita legge così come richiesto dalla Corte Costituzionale che rispetti i paletti e le restrizioni previste per chi ha la doppia figura di militare e lavoratore.

Anche se le “classiche” confederazioni di lavoratori non potranno organizzare, all’interno delle loro strutture confederali i sindacati dei militari si arriverà, come accaduto con gli appartenenti alla Polizia di Stato, ad accordi che, nel rispetto dell’autonomia richiamata dalla Consulta, vedrà i sindacati dei militari e le maggiori confederazioni sindacali cooperare anche per fare da “tutor” in un mondo lavorativo come quello militare dove la gerarchia rimane un punto fermo che dovrà, però, conciliarsi con il rispetto dei diritti di lavoratori che, se pur vestono una divisa, rimangono sempre lavoratori che vanno tutelati, come prevede la Costituzione, al pari di tutti i cittadini.

In questo senso c’è già da registrare una presa di posizione di Confintesa che, con una nota del suo segretario generale Francesco Prudenzano, “si impegna ad aiutare e promuovere la sindacalizzazione nelle Forze Armate e nei corpi ad orientamento militare”. Sicuramente anche Cgil, Cisl e Uil faranno le loro mosse ma forse i militari dovranno valutare che, negli ultimi anni, le “grandi battaglie” per il lavoro la triplice le ha perse tutte.

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