Difesa-Aerospace: l’Aeronautica ci ripensa, Vecciarelli promosso CHOD e la Piaggio affonda (4° puntata)

Il decreto Pinotti-Vecciarelli, con contorno di Magrassi e Graziano, lascia allibiti gli osservatori. In pratica, per 20 droni la ministra e i suoi generaloni chiedono all’erario di spendere quasi 40 milioni a velivolo, pur avendo già in linea gli assai più performanti Predator e Reaper Usa, il Falco Xplorer in sviluppo da parte di Leonardo-Finmeccanica, oltre alla partecipazione al programma per il drone europeo. Si punta sull’evoluzione di un progetto fallito, a sostegno del quale vengono chiesti altri 766 milioni di euro di denaro pubblico. Procedere lungo questa strada sarebbe irresponsabile, ma il CSM dell’Aeronautica non sembra sentire ragioni.

 E il 2 maggio del 2018, in Parlamento, il generale-whatchdog Aerospace dà il meglio di sé nel magnificare il programma dei droni Piaggio. Con supremo sprezzo del ridicolo, arriva a sostenere che il P2HH (ancora inesistente) sarà nello stesso tempo competitivo e complementare con il drone europeo del programma MALE. Ora, delle due, l’una: o è complementare perché di altra categoria/prestazioni, oppure è competitivo, offrendo però prestazioni simili. Vecciarelli dimentica poi, stranamente, di ricordare che l’ Aeronautica ha già in dotazione gli ottimi e collaudati Reaper di produzione USA.

Che fosse complementare o competitivo, anche qualora avesse davvero visto la luce, il P2HH sarebbe stato in ogni caso un “doppione” operativo, con conseguente sperpero di denaro pubblico. Invece, a dispetto di ogni evidenza, l’Aeronautica italiana ne aveva assoluta necessità.

Queste ovvie considerazioni, cominciano ad incrinare il muro di omertà che avvolge il dossier. Il primo “pentito” è il suo predecessore, Pasquale Preziosa. Lo stesso che all’IDEX di Abu Dhabi, nel 2014, aveva orgogliosamente annunciato l’accordo con Piaggio Aerospace per fornire i P1HH all’Aeronautica come cliente di lancio. Adesso è critico. Contraddice Vecciarelli. Ammette che l’azienda ha fallito nello sviluppo del progetto. E aggiunge che sarebbe poco saggio credere che il P2HH possa avere sorte migliore.

Cos’è cambiato? Innanzitutto il governo.  E le malelingue non possono fare a meno di notare che Preziosa è l’unico dei  “tre moschettieri” (vedi seconda puntata) a non essere stato premiato, com’è invece accaduto per Magrassi (diventato segretario generale della Difesa), Graziano (preferito proprio a lui come CSMD, ma questa è  un’altra storia) e, appunto, Vecciarelli. 

Il quale, si appunta sul petto come una medaglia l’attacco del suo predecessore e vola verso il nuovo e più esaltante traguardo: il 6 novembre viene promosso capo di Stato Maggiore della Difesa al posto di Graziano. Un bel successo per il cane da guardia” governativo incaricato di sorvegliare l’equilibrio economico-finanziario di Piaggio Aerospace, il cui stato pre-fallimentare è sotto gli occhi di tutti.

Difatti, Vecciarelli fa appena in tempo a festeggiare il nuovo prestigioso incarico, che i nodi dell’azienda ligure vengono al pettine. Il 22 novembre, Piaggio Aerospace dichiara lo stato di insolvenza e chiede al tribunale di Savona l’amministrazione straordinaria. Decisione inevitabile: i debiti, dopo soli quattro mesi, ammontano a 618 milioni di euro a fronte di un attivo per 494. “Piaggio è un’azienda patrimonialmente sana e priva di debiti” aveva dichiarato in Parlamento l’amministratore delegato Renato Vaghi, qualche settimana dopo l’altra ottimistica analisi del “whatchdog” governativo. Come sono spariti 618 milioni in quattro mesi? Per caso l’AD ha mentito sapendo di mentire?

Neppure il 2019 comincia bene. Sull’azienda ligure arriva l’ennesima doccia fredda. Questa volta proprio dall’Aeronautica. Il generale Alberto Rosso, subentrato a Vecciarelli al vertice dell’Arma Azzurra, durante un’audizione parlamentare fa chiaramente capire che i droni P1HH e i progetti del P2HH ormai non interessano più. E per Piaggio Aerospace, che attendeva come ultima speranza per potersi risollevare lo sblocco di 250 milioni, il baratro si avvicina rapidamente. Era lo stanziamento per poter completare la certificazione del P1HH (70 Milioni) e acquisire poi quattro “sistemi” (ciascuno dei quali è costituito da due velivoli e una stazione terrestre: valore unitario, 45 milioni). 

Il governo gialloverde del premier Giuseppe Conte, con alla Difesa la ministra Elisabetta Trenta, mette la pietra tombale sul programma P2HH. Ma Vecciarelli è un CHOD fortunato. Perché col governo giallorosso Conte2, c’è in via XX Settembre un cambio della guardia favorevole. È tornato in auge il vecchio amico Luca Lotti, per il tramite dell’altro renziano “pentito” Lorenzo Guerini. Altri colpi di scena, quindi, non si possono escludere.

La conclusione di questa inquietante cronistoria, di questo prolungato sperpero di denaro pubblico per inseguire progetti velleitari, dei mancati controlli a catena e dei silenzi istituzionali, è ancora tutta da scrivere.

 Occorrerebbe, tanto per cominciare, riuscire a sapere che fine hanno fatto le varie inchieste giudiziarie spezzettate dal filone principale torinese, aperto dal Pm Raffaele Guariniello  con i 55 avvisi di garanzia. Quella finita a Genova e quella arrivata a Savona, per esempio. Come mai non si trova un “giudice a Berlino” capace di preoccuparsi di centinaia di impiegati ed operai da almeno sei anni a rischio di perdita del posto di lavoro, vasi di coccio tra le liti e le “faide” dei loro dirigenti e stressati da umilianti casse integrazioni?

E poi: possibile che la Corte dei Conti, a volte così rapida ed efficiente, non abbia ancora ritenuto di accendere un faro sui finanziamenti statali di cui ha usufruito Piaggio Aerospace, accumulando debiti su debiti senza mai darne conto ad alcuno? ; possibile che neppure in Parlamento, preso in giro da politici, generali, manager e sindacalisti asserviti, ci sia un minimo di curiosità per capire come mai un’azienda come quella ligure sia riuscita a prendere in giro l’universo mondo grazie alle “protezioni eccellenti” di chi ha pensato soprattutto a fare carriera?

(4°—fine—le puntate precedenti sono state pubblicate il 29 maggio, l’1 e il 3 giugno)

Commenti

  1. Paglia, a prescindere da tutto, comprese le diverse cose condivisibili qui lette: l’ancora virtuale PHH non è affatto comparabile all,UAV di Leonardo, sia per le dimensioni del velivolo che per la quota massima opeativa, superiore di ben il 50%, collocandosi effettivamte nella fascia “medio – alta altitudine”. Fatto rilevantissimo e non sottacibile. A mio modesto avviso, Leonardo e ancor prima Finmeccanica (stessa società ma con vertici del c.d.a. diversi) non avrebbe dovuto osteggiare il progetto ma affiancare la Piaggio. Se la società ligure sarà rilevata da Leonardo, si dovrà continuare a lavorare su questo progetto, che comporterebbe a essere competitivi, una volta tanto, nei più diversi mercati mondiali in interrotta crescita più che esponenziale, con offerte plurime e diversificate ma non ridondanti in grado di soddisfare le più differenti richieste degli Stati committenti. Quanto le esigenze di controllo dell,esportazione del k. h. e di eventuali coproduzioni. Sempre che i modelli europei dei cui progetti facciamo parte (e in cui non siamo preponderanti in termini percentuali) arriveranno al decollo della produzione e dell,operatività. Per cui abbiamo finora sprecato tempo, anni preziosi ritrovandoci nella cronica condizione di subalternità. Viva la miopia storica dei generali dell,AMI. Per non parlare dell,ottusità e del nichilismo della classe politica e, una volta tanto, di Leonardo/Finmeccanica che, con il prestigioso Guarguaglini, dovette incassare l,amara e dannosa sconfitta del Typhoon a vantaggio dell,F35 (con cui siamo tornati nel ruolo di meri assemblatori) e dell,acquisto di duei aerei da ascplto e contromisure elettroniche e satelliti con elettronuca israeliana (!!!) quale assurda ” compensazione industriale” per la vendita dei piccoli jet fa addestramento.

    • Senza dimenticare la beffa: anche se oggi arrivassero i milioni di euro necessari a completare la certificazione del P.1HH, Piaggio si ritroverebbe in gravi difficoltà, visto che il 90% di chi ci lavorava in Direzione Tecnica ha lasciato l’azienda…

  2. Mi sembrano faide senza documentazione. Attacchi personali .. inutili a comprendere quanto accaduto, sembra un vecchio giornale criptato … il cui direttore fu ucciso, nesuno capiva niente ma …. era evidente che si trattava di un giornalaccio di ric.. tti

    • Sassate è un giornale molto interessante come lo era ai suoi tempi OP di Mino Pecorelli che non ricattava ma faceva inchieste che erano in anticipo sui tempi , ad esempio pochi giorni prima che fosse ucciso Moro su OP si leggeva già che vi era Yalta dietro , ossia sia Usa che Urss che volevano un Italietta sconfitta loro serva .
      Poi che in Italia non abbiamo una classe dirigente militare di alto profilo lo capiamo da sempre … 8 settembre sono quasi tutti scappati vestiti in borghese , gettando le divise .
      E negli ultimi decenni ci facciamo intimorire pure da qualche barchetta dell’ esercito turco che ci caccia dalle nostre aeree di esplorazione del gas vicino a Cipro …. Se ci dichiara guerra l’Albania prendiamo gli schiaffoni come nel 1941….

      Povera Patria

  3. Caro Cambareri, lei fa confusione non so se voluta o meno è l’Xplorer di Leonardo che, sulla carta, ha le stesse prestazioni del Reaper. Ci risiamo, sa quale poteva essere la sigla dell’AM-X secondo molti piloti dell’AM? A scelta F-8 oppure F-32. Perché aveva la metà del carico bellico dell’F-16 oppure perché costava il doppio. Chi si deve curare della politica industriale NON è l’AM costretta a comprare prodotti a costi incredibili per salvare chi ha deciso di affogare.

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