Difesa: le censure del “collettivo” di ufficiali grillini che governano la Rassegna Stampa di via XX Settembre

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In principio era il verbo del generale Adriano Graziani a decidere le modalità di censura da applicare alla Rassegna Stampa per gli articoli “sgraditi” alla ministra Roberta Pinotti e al capo di Stato Maggiore della Difesa, il “generalissimo” Claudio Graziano-Badoglio.

Promosso e destinato ad altro incarico il vecchio responsabile della Pubblica Informazione e Comunicazione, al 7mo ufficio di via XX Settembre è adesso in funzione una sorta di “collettivo” di ufficiali subalterni, ma di fede rigorosamente grillina, “rinforzati” da un manipolo di ragazzotti di belle speranze, anche loro militanti del M5S. La musica censoria, però, è sempre la stessa. Guai a veicolare in Rassegna Stampa gli articoli troppo critici nei confronti della nuova ministra, Elisabetta Trenta e soprattutto in quelli di Graziano-Badoglio.

Così, per l’inchiesta in tre puntate messe online da “Sassate” la scorsa settimana, zeppa di indiscrezioni sui retroscena relativi alle imminenti nomine ai Servizi e ai vertici della Difesa, e’ stata deciso il più brutale degli oscuramenti. Ce ne facciamo una ragione, così come abbiamo fatto in passato di fronte alle soccorrevoli censure decise dal generale Graziani. Tanto, tra passaparola e passalink, i nostri articoli sono sempre stati cliccati da migliaia e migliaia di lettori. Con o senza stellette.

Amici, avversari o fedeli compagni d’arma (se non addirittura di corso), non ci hanno fatto mancare critiche e approvazioni. Come ad esempio la durissima “lettera al direttore” contro Graziano-Badoglio che pubblichiamo di seguito, scritta da un alto ufficiale che ha preferito firmarla con un polemico pseudonimo, in tema con l’anniversario della firma ufficiale dell’armistizio del ’43… Proprio vero: anche negli ultimi colpi di coda, il capo di Stato Maggiore della Difesa uscente, non finisce mai di stupire.

Leggi tutte le puntate di “Servizi e Difesa, il “governo del cambiamento” ostaggio del gattopardismo della Trenta, di Graziano e del M5S” – qui

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