Difesa: lotta a colpi di proroghe per il nuovo capo di Stato Maggiore della Marina

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Se non ci saranno ripensamenti dell’ultima ora (sempre possibili quando si tratta di nomine da varare in Consiglio dei Ministri), il successore di Valter Girardelli al vertice della Marina Militare sarà l’ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, 61 anni, attualmente alla guida del Comando Operativo di Vertice Interforze dello Stato Maggiore Difesa (una di quelle nuove, complicate e pompose denominazioni create dal generale Graziano-Badoglio).

Ma Girardelli è ben intenzionato a resistere e secondo alcune indiscrezioni, sarebbe già riuscito ad ottenere una proroga dell’incarico fino all’anno prossimo (il 22 scorso ha compiuto i canonici 63 anni). Tutto ciò, naturalmente, su proposta di Graziano, specializzato in questo genere di proroghe oltre i limiti d’età.

Poi, toccherà pure ai successori dello stesso Graziano e del Direttore degli Armamenti, il generale dell’Aeronautica Magrassi. In pole position per i due più importanti incarichi della Difesa italiana, ci sono sempre il capo di Stato Maggiore dell’Arma Azzurra, Vecciarelli e il generale di corpo d’Armata Falsaperna.

Quest’ultimo sembra particolarmente gradito all’attuale ministra Elisabetta Trenta, dal momento che suo marito – prima di un molto opportuno trasferimento – era tra i più stretti collaboratori nella segreteria dell’alto ufficiale. Quanto a Vecciarelli, le ombre che si sono allungate dopo certe sue performance degli ultimi tempi (leggi qui) e già rivelate da “Sassate”, hanno imposto una pausa di riflessione e sarà interessante scoprire se hanno lasciato o meno il segno all’interno del nuovo governo.

Ma la pausa di riflessione non riguarda soltanto i criteri da seguire per le nomine ai vertici della FFAA. C’è di più, molto di più. Lo ha fatto capire la stessa ministra Trenta in una lunga e dettagliata intervista al quotidiano “La Verità”, attraverso la quale ha fatto suonare a morto la campana sul famoso Libro Bianco della Difesa e ddl collegato, cioè i cavalli di battaglia di Graziano-Badoglio, che nella scorsa legislatura fece fuoco e fiamme per riuscire a farli varare dal Parlamento agonizzante. Invano.

La Trenta, a questo proposito, è stata molto chiara: sono cambiate le prospettive dell’apparato difensivo italiano e quei documenti vanno rivisti e aggiornati. Chissà se a Graziano-Badoglio siano fischiate o meno le orecchie. Certo è che neppure l’appassionata sponsorizzazione del punto di vista del capo di Stato Maggiore della Difesa uscente, da parte del fido Falsaperna, hanno fatto cambiare idea alla nuova ministra.

Meno male. Un bel sollievo per i tanti che quel punto di vista non l’avevano mai condiviso.

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