Difesa, gli ultimi blitz di Vecciarelli: dallo “scippo” all’AISE dei satelliti, all’epurazione degli ammiragli dello SMD; etc. etc.

La lettera del direttore dell’AISE, il generale Luciano Carta, è stata recapitata al CHOD la settimana scorsa proprio in coincidenza con la designazione del capo di controspionaggio a presidente di Leonardo. Gentile nella forma, ma estremamente rigida nella sostanza. L’idea di Vecciarelli di portare il controllo dei satelliti sotto il programmato Comando delle Operazioni Spaziali, all’interno del COI, sottraeva una prerogativa alla quale l’AISE non poteva assolutamente rinunciare, rientrando nei compiti specifici dell’agenzia. Il CHOD, per quanto molto contrariato, aveva deciso di far finta di niente, ripromettendosi di tornare alla carica tra qualche settimana (il 20 maggio Carta sarà operativo in Leonardo). Ma poi, quando si è reso conto che la notizia cominciava a circolare nei media, è andato su tutte le furie. E ha dato il via ad una grottesca “caccia alla talpa”, oltre a cancellare il progetto satellitare dall’ordine del giorno del Comitato dei CSM. Il giorno dopo, la decisione drastica: se era impossibile identificare la “talpa”, non c’erano dubbi sulla forza armata di appartenenza: l’odiata Marina, già resasi responsabile di un’altra presunta quanto dolorosa “fuga di notizie” sulla ripartizione “alternata” con la “sua” Aeronautica a proposito degli F35 a decollo verticale; quindi, richiesta immediata di avvicendamento per cinque (o sei) ammiragli in servizio presso i vari reparti dello SMD. In via XX Settembre, sono rimasti basiti. Una cosa del genere non era mai accaduta.

Qualche collaboratore ha cercato di far ragionare Vecciarelli ma non c’è stato niente da fare. E ora la richiesta è sulla scrivania di Giuseppe Cavo Dragone, CSM della Marina, peraltro intenzionato a difendere con ogni mezzo i suoi uomini, che ritiene giustamente del tutto estranei a questa incredibile vicenda. A questo motivo di tensione, Cavo Dragone dovrà aggiungere anche l’evasività del CHOD alla richiesta sempre più pressante relativa alla “compensazione” per la sua forza armata dell’ormai scontata cessione delle due FREMM all’Egitto. Da un paio d’anni il MISE ha deciso lo stanziamento per la costruzione – da parte di Fincantieri – di corvette, sommergibili, cacciamine e di una nuova nave oceanografica. Ad oggi, però, il contratto non s’è ancora visto. E Cavo Dragone vorrebbe quantomeno averlo nero su bianco prima di dover rinunciare alle due FREMM. Una richiesta legittima che tuttavia fa storcere ancora di più il naso ai CSM di Esercito e Aeronautica, che pure loro ambirebbero a nuovi investimenti e invece si sono visti bocciare le richieste, quando non addirittura a dover accettare tagli sulle spese previste per i nuovi mezzi (e lo stesso vale per i carabinieri).

Ecco il poco confortante scenario con cui si aprirà il prossimo Comitato dei Capi di Stato Maggiore. Il primo dopo il ristabilimento da Covid-19 del generale Salvatore Farina, il numero uno dell’Esercito, capace di infettare ai primi di marzo l’intero vertice della forza armata: ben nove generali a tre stelle, convocati per la riunione della commissione d’avanzamento. Un ritorno anche troppo accelerato, che non ha mancato di sollevare perplessità in via XX Settembre. Tanto da far circolare anche un’altra voce: quella secondo la quale in parecchi sarebbero rimasti costernati (ministro compreso) del fatto che Farina non abbia ritenuto di doversi scusare per il non richiesto contagio.

P.S. Per evitare inutili smentite sulla “rappresaglia” anti-ammiragli, avvisiamo che siamo pronti a pubblicare nomi, cognomi e incarichi degli alti ufficiali non più “graditi” al CHOD.

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