Difesa: per l’Air Force Renzi, il TAR boccia le pretese Etihad, ma la Corte dei Conti indaga sul “danno erariale”

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Proprio ieri, il TAR del Lazio ha respinto la richiesta di Etihad di annullare la disdetta del faraonico contratto di leasing per l’Air Force Renzi, decisa nell’agosto scorso dal governo italiano su proposta del ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

E ora sono in parecchi a tremare per i possibili sviluppi dell’inchiesta della Corte dei Conti sull’enorme danno erariale provocato alle casse dello Stato dalla vicenda. Il contratto era stato firmato nel 2015, dopo una serie di travagliate trattative iniziate nella seconda metà del 2014 e che avevano visto contrapposti l’allora CSM dell’Aeronautica, Pasquale Preziosa (contrario) da una parte e il consigliere militare di Renzi, Carlo Magrassi (favorevole) dall’altra.

Alla fine, l’aveva spuntata Magrassi, che aveva potuto contare sull’appoggio – oltre che della ministra Roberta Pinotti – del Segretario Generale di Palazzo Chigi, Aquilanti,  del capo e del vice capo di gabinetto della Difesa: gli attuali CSM della Marina, Valter Girardelli e dell’Aeronautica, Alberto Rosso.

Lui, invece, dopo il successo di Graziano Badoglio nella corsa a CSMD al posto di Preziosa (danneggiato proprio dalle diatribe giudiziarie con Magrassi, dalle quali è  stato inutilmente ritenuto innocente proprio pochi giorni fa), si era visto riconoscere la promozione a Segretario Generale della Difesa e Direttore  Nazionale degli Armamenti.

Così, nel gennaio del 2016, il gigantesco A340-500 era stato trionfalmente consegnato da Ethiad al 31mo Stormo dell’Aeronautica (da cui dipendono i voli di Stato), immatricolato e sistemato in un hangar di Fiumicino, dove si trova tutt’ora.

Costo dell’operazione: un acconto di 25 milioni alla compagnia di Abu Dhabi, altri 7 versati all’Alitalia per la mediazione e un contratto di leasing per 70 milioni, più altri 32 per la manutenzione, 12 per l’assistenza a terra e 4 per quella generale. Il tutto, pagabile in comode rate mensili pari a 805mila euro al mese!

Peccato, però, che Renzi non l’abbia mai potuto usare. Ed ora il faro della Corte dei Conti si è acceso su questo possibile danno erariale e sui suoi possibili responsabili. Di certo, di questa sconcertante vicenda sentiremo ancora parlare.

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