Difesa: la Trenta taglia, ma solo il progetto di Pentagono voluto da Graziano

Dopo la bocciatura del Libro Bianco della Difesa (“va rivisto”), arriva quella del Pentagono di Centocelle. L’addio di Graziano Badoglio dal vertice delle Forze Armate non poteva essere più disastroso. Perché Elisabetta Trenta ha deciso sì di contribuire ai tagli decisi dal governo, ma senza toccare né le spese strategiche frutto di accordi internazionali (l’acquisto di F 35 sarà soltanto ridotto e diluito nel tempo), né tantomeno quelle destinate al personale. In quest’ottica, si poteva invece benissimo sacrificare il faraonico progetto messo a punto dall’attuale CSMD uscente,  visto che quasi certamente verrà sostituito lunedì dal generale dell’Aeronautica Enzo Vecciarelli. Un progetto destinato a pesare sui prossimi bilanci della Difesa per un miliardo e mezzo di euro. E dovendo tagliare, la Trenta non ha avuto dubbi su dove intervenire. Una decisione saggia, che ha subito fatto registrare reazioni favorevoli all’interno delle Forze Armate, dove erano forti i timori per il ridimensionamento dei futuri investimenti di carattere strategico. Per Graziano, dunque, la passerella per l’addio che si era preorganizzato in occasione delle celebrazioni del Centenario della Vittoria nella Grande Guerra, si trasformerà in un mesto saluto anche ai suoi più velleitari progetti di “grandeur”, destinati a trasformarlo da modesto Badoglio in un De Gaulle di cui la patria avrebbe sicuramente avuto, prima o poi,  ancora bisogno. Ed ora i suoi “fedelissimi”, dentro e fuori il ministero, cominciano a tremare in attesa delle inevitabili e già programmate “rotazioni”.

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