Difesa: Fincantieri, Girardelli (CSM Marina) e il varo-truffa pro-Pinotti a Castellammare di Stabia

Il varo-truffa di un troncone di nave ancora non si era mai visto (clicca qui). Ma per esaltare l’opera della ministra Pinotti-Pinocchia, questo ed altro. Così ieri, la Fincantieri e la Marina Militare (rappresentata dal suo capo di Stato Maggiore, il prolungato di un anno ammiraglio Valter Girardelli) hanno voluto ringraziare a modo loro la numero 1-bis della Difesa (il numero 1 resta il “generalissimo” Graziano-Badoglio) per il suo impegno in tema di legge navale.

Come? Leggere per credere. Fincantieri si era impegnata a costruire una nave nello storico cantiere navale di Castellammare di Stabia. Ma la parte nobile, con i maggiori contenuti tecnologici verrà fatta e assemblata in Liguria, cioè dove si trova il collegio elettorale della ministra della Difesa. E quindi quella di ieri è stata solo una brutta sceneggiata napoletana, con il varo-truffa e lancio di bottiglia di spumante contro la prua di un semplice scheletro di nave.

Pinotti-Pinocchia però gongolava lo stesso, assai compiaciuta anche nell’ascoltare le bugie dell’ammiraglio Girardelli, che ne lodava la lungimiranza in tema, appunto, di legge navale. Peccato che il merito del provvedimento risalga al 2013 quando ministro della Difesa era Mario Mauro e l’attuale numero 1-bis era soltanto una spaesatissima sottosegretaria.

Altra cosa scandalosa del varo-truffa è stata la sinergia tra la “spectre” della Difesa e i responsabili della comunicazione di Fincantieri, per evitare domande “sgradite”. I quesiti potevano essere rivolti solo alla Pinotti-Pinocchia, non ad altri. Tantomeno ai dirigenti società costruttrice. Forse per evitare che emergessero le mancate promesse di costruire navi complete a Castellammare di Stabia, non solo scheletri da implementare a Genova e dintorni.

Dopo la brutta sceneggiata napoletana di ieri, comunque, sorge spontaneo un interrogativo: non sarebbe stato meglio investire davvero nel rilancio dei nostri grandi cantieri storici, invece di riversare centinaia di milioni di euro italiani nell’omologo settore francese?

La speranza è che Fincantieri non faccia la fine di Parmalat…

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