Difesa, il tragico debutto del gaffeur seriale Vecciarelli: la salvaguardia dei confini è un relitto del passato

Passi il cercare di convincere i piloti militari dell’inutilità dei bombardamenti; passi pure lo spirito di patata nel comunicare che l’Aeronautica potrebbe benissimo andare avanti anche con la metà degli effettivi; passi infine la “captatio benevolentiae” di antifascismo militante con la rimozione del ritratto di Mussolini tra quelli dei ministri responsabili della nascita e dello sviluppo dell’Arma Azzurra. Però, c’è un limite a tutto. Anche nelle gaffes, nelle battute scherzose, nell’asservimento a un certo potere politico.

Arrivare a dire che l’esercito è inutile, dal momento che la salvaguardia delle frontiere è un rottame del passato, una bandiera del neonazionalismo sovranista, è francamente troppo. Soprattutto se a dirlo è il neo-capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli. Che adesso farebbe bene a scusarsi o a dimettersi. O almeno ad allontanare rapidamente il suo portavoce personale, quell’ambiziosissimo Enrico Della Gatta che il suo predecessore Claudio Graziano gli ha fortemente voluto lasciare in eredità, in modo tale da poter tenere i collegamenti da Bruxelles con la sua fidata Anna Polico.

C’era già il povero generale Barduani, che bisogno aveva Vecciarelli di seguire Graziano anche nella scia degli inutili (anzi, visto il debutto, dannosi) portavoce? Certo, lei quei concetti li ha effettivamente espressi, ai margini del passaggio di consegne del CSMD. Ma il portavoce, se competente (e non è  questo il caso) dovrebbe servire proprio per chiarire o cercare di mettere la classica “toppa”.

Altrimenti, generale Vecciarelli, cosa ci sta a fare in quel posto? Solo a cercare di fare carriera. Come lei con la rimozione del ritratto di Mussolini dal corridoio d’onore di Palazzo Aeronautica e le varie gaffes a sfondo “pacifista”.

Leggi anche: Capo SM Difesa: le tesi “pacifiste” del generale-candidato Vecciarelli (Aeronautica)

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti

  1. Ritengo i suoi articoli tendenziosi, falsi e banalmente populisti. Un veleno ingiustificato e fastidioso che è molto comodo diffondere da dietro ad una tastiera. Lei è un insulto alla categoria di cui fa parte, quella stessa che, per deontologia professionale, si dovrebbe sentire obbligata a conoscere bene un argomento prima di poterne scrivere.

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