“Avanti il prossimo”. Così si era chiusa la “sassata” di qualche giorno fa rivolta ai media che criminalizzano in continuazione la tifoseria della S.S. Lazio e screditano, a proprio piacimento, la squadra biancoceleste.
Nemmeno il tempo di smaltire la rabbia per il servizio sugli evasori fiscali, andato in onda su La7 (clicca qui) con le immagini di sfondo della Curva Nord, che la Rai ha rincarato la dose. Il TG1, infatti, raccontando l’irruzione di un gruppo di skinhead nella sede dell’associazione “Como senza frontiere”, non poteva certo farsi sfuggire l’occasione di parlare dei tifosi della Lazio.
Puntuale, come un orologio svizzero, è arrivato quindi l’accostamento con la Nord e i laziali “nazisti” del club capitolino. E sono state trasmesse immagini degli Irriducibili, di Anna Frank e degli altri adesivi “incriminati”. Oltre a panoramiche sul pubblico biancoceleste mentre è allo stadio con sciarpe e bandiere.
E puntuale stavolta è arrivata la replica del club, con Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione della Lazio (tra le altre cose, consigliere di amministrazione proprio della Rai) che ha voluto lanciare un chiaro messaggio di protesta all’emittente pubblica, indirizzandolo al direttore generale di viale Mazzini.
“Caro Mario Orfeo, il Tg1 denuncia il ritorno del neofascismo non limitandosi a dare la notizia dei neonazisti di Como ma illustrando il servizio con le immagini dell’intera curva della Lazio iscrivendo d’ufficio ad un neo Pnf l’intera società e tutta la tifoseria laziale. Capisco le ragioni politico-elettorali – prosegue Diaconale – ma non accetto quella che è a tutti gli effetti una grave diffamazione. La mia è una protesta formale”.
Un accanimento mediatico che non dà tregua ai biancocelesti. Senza alcuna giustificazione. Un film, quello dei “soliti laziali”, visto e rivisto che, sinceramente, ha davvero stufato. Ma che, sicuramente, continuerà. Almeno fino a quando la Lazio rimarrà nelle parti alte della classifica…
