Leonardo, svendita dei gioielli di famiglia come arma di distrazione di massa

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Se ci fosse stato bisogno di un ulteriore segnale dello stato di drammatica difficoltà nel quale naviga Leonardo, la novità della quotazione e dismissione di parte della controllata USA, la DRS, vale più di mille parole.

Sia chiaro, l’idea non è di Profumo ma nasce con Moretti. Solo che nasceva in modo diverso e con finalità differenti. Moretti voleva fare cassa in USA per investire in Europa. Aveva in mente l’elettronica tedesca o, ancor di più, l’acquisizione totale di ATR (che col senno di poi sarebbe stato un errore spaventoso).

Profumo invece vuole fare cassa per diminuire il debito bancario ma soprattutto per nascondere i risultati disastrosi non solo del 2020 ma del 2021 e 2022. L’azienda perde colpi da troppo tempo, le scelte di management sono state sbagliate e la barca rischia di affondare.

Allora ci vendiamo tutto ciò che possiamo per prendere una boccata di ossigeno e provare a superare la vicenda MPS. Intanto però la verità ce la racconta il solito Bivona in una lettera spedita al cda ed a mezzo Governo:

“Ho preso visione dei risultati Leonardo Spa al 30 settembre 2020 comunicati ieri al mercato ed ho seguito attentamente la Sua presentazione agli analisti. Mi lasci dire che i numeri annunciati sono a dir poco preoccupanti a cominciare da una marginalità (EBITA) in calo del 27,6%, dal Free Cash Flow negativo per oltre 2,5 miliardi e da un indebitamento netto (5,9 miliardi di euro) in vertiginoso aumento (+36,8%).” 

Ecco i motivi della mossa DRS. E sarà molto (ma molto) interessante vedere come farà Profumo a seguire personalmente gli adempimenti relativi a questa prima svendita dei gioielli di famiglia per cercare di nascondere le magagne di bilancio. Riuscirà ad andare negli USA con la brutta condanna a sei anni e rotti per MPS? I dubbi sulla concessione dell’ESTA, Sassate li ha già spiegati.

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