Pensioni d’oro: Di Maio copia Giorgia Meloni e (forse) la invita ad entrare nel Governo

La politica del Governo non può essere solo immigrati sì, immigrati no, tema questo che ha dato una visibilità enorme a Matteo Salvini, e quindi Luigi Di Maio, ministro del Lavoro, (ri)tira fuori il tema delle pensioni d’oro.

La cronaca di questi giorni si è spostata dagli sbarchi della Diciotti alla proposta di rivedere il sistema pensionistico e di mettere le mani nelle tasche dei pensionati con presunti prelievi, cosiddetti di solidarietà, che anche se provvisori farebbero apparire “ricco” un pensionato che percepisce 2mila euro mensili.

Infatti Alberto Brambilla consigliere economico di Matteo Salvini, parlando di uno studio effettuato da “itinerari previdenziali”, ipotizza un contributo variabile di solidarietà a seconda della fascia di reddito a partire da chi percepisce 2mila euro mensili lordi e lasciando invariati i parametri di calcolo di chi percepisce oltre 5mila euro netti mensili.

Lo scontro non è da poco in quanto la Lega sa benissimo che il taglio delle “pensioni d’oro” colpirebbe, in maggioranza, i pensionati del nord che dovrebbero finanziare l’aumento delle pensioni minime e del reddito di cittadinanza che è stato il cavallo di battaglia dei pentastellati soprattutto nel sud.

Insomma ancora una volta ritornerebbe la vecchia ruggine leghista, che si pensava bandita dal linguaggio vetero bossiano, dei terroni che vivono a sbafo dei cittadini del nord. I Cinquestelle con Di Maio invece insistono sulla proposta di colpire le pensioni oltre i 5mila euro attuando per l’eccedenza il ricalcolo contributivo.

In queste ore si rincorrono voci e smentite di esponenti della Lega rispetto al fatto che non si vogliano rivedere i parametri delle pensioni superiori ai 5mila euro mensili né tantomeno inserire contributi di solidarietà mentre Di Maio dall’Egitto lancia strali contro chi non “vorrebbe rispettare il contratto di governo”.

Visto che il contratto è stato siglato solo da M5S e Lega evidentemente Di Maio ce l’ha con Salvini e i suoi. Detto questo non possiamo non rilevare come la proposta del ricalcolo con il sistema contributivo delle pensioni superiori ai 5mila euro mensili porta la firma e la primogenitura di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia che già nella scorsa legislatura presentarono una proposta di legge in tal senso ricevendo, però, il no del M5S in quanto i pentastellati ritenevano questo provvedimento incostituzionale.

Ovviamente erano altri tempi perché un conto è essere all’opposizione e un altro è essere al governo e forse in questo Giorgia Meloni può insegnare molto a Di Maio in quanto sia Giorgia Meloni che i suoi deputati sono stati sia al governo che all’opposizione e, forse, sanno muoversi meglio e, forse, con più coerenza.

Di fatto ora Di Maio sta sposando la proposta della Meloni e, forse, sta cercando di invogliarla ad entrare in quel governo giallo verde nel quale, proprio per volontà di Di Maio, non fu accettata qualche mese fa. Ma si sa la politica è l’arte dell’impossibile e quindi possiamo e dobbiamo aspettarci di tutto.

Oltretutto le indiscrezioni “possibiliste” pubblicate dal Il Giornale e attribuite ad un intervista fatta a Ignazio La Russa, che non è certo l’ultimo arrivato in Fratelli d’Italia, fanno pensare che a Di Maio la sponda di Giorgia Meloni sul ricalcolo delle pensioni d’oro fa molto comodo per controbattere le tesi del leghista Matteo Salvini contrapposte a quelle dei Cinque Stelle.

E mentre questa triangolazione politica tra M5S, Lega e FdI va in scena c’è una Forza Italia che, come le stelle dello scrittore Cronin, sta a guardare erodersi un patrimonio elettorale che, stando agli ultimi sondaggi, non è più nemmeno a due cifre. Voci insistenti in queste ore parlano di “sgretolamento” della coalizione M5S/Lega con un Presidente del Consiglio che non sa più a chi dare i resti.

Noi la pensiamo diversamente e vedremo se in questo cinquantenario dei moti del ’68 non si realizzi un’altra “rivoluzione” meno cruenta e più interna ai “palazzi della politica” che possa vedere un governo a tre gambe dove Giorgia Meloni, politica di tutto rispetto, sia, come avviene nelle liti di famiglia, quella donna che riporta la pace e l’armonia tra i due “fratelli”, Salvini e Di Maio, che stanno litigando a distanza.

Commenti

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi Articoli

Rimani in contatto

1,253FansLike
1,323FollowersFollow
2,571SubscribersSubscribe

Ultimi Articoli