Rai: ma di cos’altro c’è bisogno per commissariare la Produzione?

Dunque, cerchiamo di riassumere: gare su gare “frallocche”, già annullate o da annullare (vedi); gare che hanno portato ad inconvenienti di tutti i tipi (vedi alla voce Olidata); nomine sempre più discutibili; pulizia etnica di chi non è ben allineato all’attuale vertice, nella speranza che le elezioni non portino a “ribaltoni” politici, con l’inevitabile spoil system e conseguente rimozione di manager messi lì dalle gestioni Rai targate centrodestra e tempestivamente riciclatisi con quelle di centrosinistra.

Nel frattempo, la direzione Produzione della Rai, sta andando a carte quarantotto. Quello che è accaduto a Sanremo (due “neri” durante l’esibizione di Laura Pausini) e domenica scorsa all’ora di pranzo ai TG 1 e 2 (black out del server primario e 8-10 minuti senza la possibilità di mandare in onda i servizi politici d’apertura) rende bene l’idea del caos tecnico nel quale si è costretti a lavorare a Saxa Rubra.

Eppure, non succede niente. Né la presidente Monica Maggioni, né il dg Mario Orfeo, malgrado siano entrambi giornalisti e quindi molto sensibili alla fattura dei prodotti informativi, sembrano interessarsi a quanto accade in uno dei settori-chiave dell’azienda.

Forse anche perché il grande protettore del direttore, Roberto Cecatto, è il sempre più potente responsabile delle Risorse Umane, Luciano Flussi, da molti ormai indicato come una sorta di “dg ombra”, grazie agli stretti rapporti che può contare con Palazzo Chigi.

Vediamo comunque nel dettaglio cosa è davvero accaduto domenica scorsa. In apertura dei Tg, i “pezzi” politici preparati sia dalla redazione che dalle sedi distaccate da dove operano i giornalisti parlamentari, risultavano “spariti”.

Panico in regia (dove peraltro vengono spesso utilizzati tecnici non adeguatamente preparati a gestire le emergenze) e allarme trasmesso al piano situato sopra la sala mensa di Saxa Rubra: la sede della mitica centrale informatica GASIP, l’unica in grado di mettere in azione il server secondario e andare a ripescare i servizi spariti.

Peccato che mentre per far partire un gruppo elettrogeno ci vogliano solo pochi secondi, per azionare (manualmente, eh) questo server ci vogliano, appunto dagli 8 ai 10 minuti.
Durante i quali, infatti, i sempre più imbarazzati conduttori dei Tg hanno cercato di salvarsi facendo ricorso a squallide immagini fotografiche.

E le complicazioni non si fermano mica a questi blackout, macché. Anche il sistema di trasferimento dei file dalle sedi regionali presenta vari “colli di bottiglia”, oltre a parecchi altri difettucci che rendono sempre più complicato il lavoro di giornalisti, tecnici e montatori.

Per non parlare del pessimo funzionamento di un altro sistema di lavoro fondamentale: quello riguardante il backup. Che, a prescindere dai crash, non è sempre disponibile e presenta varie anomalie, la più grave delle quali è quella di non consentire la sincronizzazione col sistema principale. E per finire (si fa per dire), il sistema “signant V mover” è lentissimo nel processare i file.

In un’azienda normale, senza invocare la mitica BBC, ce ne sarebbe abbastanza per cacciare a calci nel sedere buona parte del management che si è occupato dell’ingegneria.

E qui viene il bello, perché sapete chi era il vice-direttore della Produzione “dedicato” a questo settore, quando il numero uno era Andrea Lorusso Caputi? Non ci crederete: l’inamovibile Roberto Cecatto, naturalmente. Un mito.

***
AGGIORNAMENTO
Gent.le Direttore,

ho avuto modo di leggere gli articoli di approfondimento che la testate on-line “ Sassate” ha dedicato al “caso Amapola”.

Le sarei grato se volesse consentirmi, attraverso queste poche righe, di fornire ai suoi lettori qualche mia, seppur breve, considerazione in merito.

Prima però, mi consenta di sottolineare la chiarezza dimostrata dalla testata giornalistica da Lei diretta, nei miei confronti. Il sottoscritto, in tutta questa vicenda, non ha mai assunto la qualifica di soggetto nei cui confronti vengono svolte le indagini e “Sassate “, sul punto, non ha lasciato, ai suoi lettori margini di ambiguità; che Andrea Lorusso Caputi non abbia nulla a che spartire con le inchieste della magistratura sul caso Amapola, il lettore di “Sassate” ne è stato sempre consapevole.

Per quanto riguardo il merito della questione ed in particolar modo il motivo per il quale non ho sporto denuncia per calunnia, la risposta è molto semplice: ho avuto contezza della situazione solo nel momento in cui, sentito come testimone in dibattimento, sono stato messo al corrente del capo di imputazione e del soggetto imputato.

Infatti quando venni sentito dalla Guardia di Finanza venni ascoltato come persona informata sui fatti (qualifica che viene riservata ai futuri testimoni) e non mi venne detto assolutamente nulla relativamente al soggetto indagato ovvero al titolo di reato per il quale venivano svolte le indagini. Risposi semplicemente alle domande confidando nella mia totale estraneità a qualsiasi ipotesi delittuosa.

È di tutta evidenza che se il processo penale attualmente in essere nei confronti del sig. Allocca dovessi concludersi con una sentenza di condanna per millantato credito, sarà mia cura valutare ogni azione a tutela della mia persona, anche in sede penale, depositando, eventualmente, anche una denuncia-querela per calunnia.

Cordialità

Roma 24 luglio 2018

Andrea Lorusso Caputi

Commenti

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi Articoli

Rimani in contatto

1,253FansLike
1,323FollowersFollow
2,571SubscribersSubscribe

Ultimi Articoli