Rai Produzione: non solo gare “frallocche”…; il “caso Amapola” (2)

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Per il “caso Amapola” (vedi), si avvicina il momento della verità nel processo penale. Che forse finirà pure in prescrizione, come molti altri casi giudiziari lasciati languire, ma che è comunque destinato ad influire pesantemente sulla causa civile che la sua titolare, la combattiva Roberta Fanetti, ha intentato contro la Rai chiedendo un risarcimento di oltre 600mila euro.

La prossima settimana sono stati calendarizzati, davanti al giudice monocratico Giorgio Egidi, i due interrogatori-chiave per stabilire l’attendibilità di quanto denunciato dalla Fanetti: quello dell’imputato per millantato credito aggravato e truffa, Roberto Allocca, responsabile della Tosinvest Real Estate del gruppo Angelucci; e quello del dipendente dell’Amapola Matteo Vecchi, testimone oculare della trattativa e della consegna dei 20mila euro destinati -secondo Allocca- a corrompere l’ex-direttore della Produzione, Andrea Lorusso Caputi, che però non è mai stato indagato e al processo ha negato tutto (ma senza sporgere denuncia per calunnia).

Appare però improbabile che il manager Tosinvest, che finora si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere, questa volta si decida finalmente a fornire la sua versione dei fatti. Anche perché, appunto, la prescrizione del procedimento si avvicina a grandi passi (in autunno il giudice monocratico sarà destinato ad altro incarico e di conseguenza il dibattimento dovrà ricominciare daccapo davanti ad un altro magistrato). Tanto più se il “supertestimone” Vecchi confermerà la versione della titolare di Amapola, da lui inutilmente spinta a non cedere alle pressioni per la consegna del denaro.

Per questa udienza, c’è comunque grande attesa, anche in Rai. Per cercare di fare luce una volta per tutte su una vicenda che getta da anni un bel carico di sospetti sul funzionamento degli degli appalti di viale Mazzini. Visto e considerato che, dopo aver denunciato il raggiro subito (raccontato nella prima puntata), la Fanetti non ha mai più potuto ricevere incarichi per trasmissioni Rai e l’Amapola è andata in fallimento.

Ma se anche il processo penale dovesse continuare a segnare il passo verso l’inevitabile prescrizione, il giudizio civile e’ ormai saldamente incardinato. Malgrado il tentativo disperato dei legali di viale Mazzini, che non più tardi di ieri si sono visti respingere l’eccezione di incompetenza a vantaggio del TAR.

Del “caso Amapola”, insomma, se ne continuerà a parlare ancora per molto tempo. Dal momento che Roberta Fanetti non ha alcuna intenzione di arrendersi. Ha perso tutto, ma è determinata a continuare a combattere contro chi le ha distrutto la vita e l’azienda che con tanta passione era riuscita a portare in alto.

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AGGIORNAMENTO
Gent.le Direttore,

ho avuto modo di leggere gli articoli di approfondimento che la testate on-line “ Sassate” ha dedicato al “caso Amapola”.

Le sarei grato se volesse consentirmi, attraverso queste poche righe, di fornire ai suoi lettori qualche mia, seppur breve, considerazione in merito.

Prima però, mi consenta di sottolineare la chiarezza dimostrata dalla testata giornalistica da Lei diretta, nei miei confronti. Il sottoscritto, in tutta questa vicenda, non ha mai assunto la qualifica di soggetto nei cui confronti vengono svolte le indagini e “Sassate “, sul punto, non ha lasciato, ai suoi lettori margini di ambiguità; che Andrea Lorusso Caputi non abbia nulla a che spartire con le inchieste della magistratura sul caso Amapola, il lettore di “Sassate” ne è stato sempre consapevole.

Per quanto riguardo il merito della questione ed in particolar modo il motivo per il quale non ho sporto denuncia per calunnia, la risposta è molto semplice: ho avuto contezza della situazione solo nel momento in cui, sentito come testimone in dibattimento, sono stato messo al corrente del capo di imputazione e del soggetto imputato.

Infatti quando venni sentito dalla Guardia di Finanza venni ascoltato come persona informata sui fatti (qualifica che viene riservata ai futuri testimoni) e non mi venne detto assolutamente nulla relativamente al soggetto indagato ovvero al titolo di reato per il quale venivano svolte le indagini. Risposi semplicemente alle domande confidando nella mia totale estraneità a qualsiasi ipotesi delittuosa.

È di tutta evidenza che se il processo penale attualmente in essere nei confronti del sig. Allocca dovessi concludersi con una sentenza di condanna per millantato credito, sarà mia cura valutare ogni azione a tutela della mia persona, anche in sede penale, depositando, eventualmente, anche una denuncia-querela per calunnia.

Cordialità

Roma 24 luglio 2018

Andrea Lorusso Caputi

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