Rai, le misteriose protezioni alla GVG per le produzioni da NYC

Da anni, in viale Mazzini, c’è un mistero inestricabile, insolubile: chi ha protetto e continua a proteggere Global Vision Group, la società che pur avendo perduto la gara d’appalto per la gestione dell’ufficio di corrispondenza di New York, continua a lavorare per la Rai in violazione di elementari regole sull’utilizzo del personale?

È una vicenda incredibile, ma per quanti sforzi si facciano per cercare di chiarirne i contorni, non si riesce a venirne a capo. Eppure c’è qualcuno che continua ad arricchirsi, qualcun altro che non riesce a lavorare malgrado abbia vinto una gara e un’azienda – appunto la Rai – che paga milioni e milioni di dollari senza allontanare il rischio di dover pagare -in solido- le irregolarità contrattuali verso il personale del fornitore sconfitto.

Ma procediamo con ordine. A luglio del 2017, come al solito in ritardo e con tempi strettissimi,  viene indetta la gara d’appalto per la gestione dell’ufficio di NYC e relative produzioni: “$ 7.493.500 VAT excl, di cui $ 5.637.000 per l’esecuzione di servizi a canone, per la durata di 48 mesi e $ 1.855.900 quale importo massimo per l’esecuzione dei servizi a richiesta extra-canone”.

Vince la MEDIAKITE Corp. ed esce sconfitta l’uscente GVG; terza classificata la CPA srl. GVG la prende male, presenta ricorso e scrive a tutti (compresa l’ANAC di Cantone),  ventilando irregolarità di ogni tipo. La Rai, dal canto suo, tira dritto ma con una richiesta molto curiosa a MEDIAKITE: indica i nomi delle risorse da reintegrare, al fine di ottemperare alla “clausola sociale”, ma senza neppure i loro indirizzi (“chiedeteli al nostro capo sede, Giovanna Botteri“) e con l’imposizione di riconoscere a ciascuno di loro un aumento retributivo immediato del 10%. Peccato che dopo i primi contatti con gli interessati, si venga a scoprire che nessuno di loro è mai stato assunto da GVG con un regolare contratto.

Negli Stati Uniti si tratta di una violazione gravissima, denunciabile sia al Dipartimento del Lavoro dello stato di New York che all’IRS. E la Rai, in quanto committente ma anche fornitore degli uffici e del personale giornalistico, ne è responsabile quanto GVG.

MEDIAKITE, comincia a sentire puzza di bruciato e così, quando le viene anche chiesto di prestare una congrua fideiussione bancaria, decide di vederci chiaro e si rivolge ad uno studio legale della “Grande Mela”. Denunciando, oltretutto, una lunga serie di scorrettezze risalenti anche agli anni precedenti. Viale Mazzini mastica amaro, evita di rispondere ai quesiti più delicati, spedisce mail ultimative e alla fine decide di far decadere MEDIAKITE dalla vittoria nella gara d’appalto. Beccandosi una causa risarcitoria.

Tocca così di nuovo a GVG, cioè all’uscente che diventa rientrante. Che si guarda bene, però, dal mettersi in regola, limitandosi ad incassare una dietro l’altra una serie di ricche proroghe fini ai giorni nostri. Con relativo scorno anche della povera terza classificata, la CPA, che pure vanterebbe degli indiscutibili diritti, vista la situazione interna di GVG. Meglio una nuova gara: quando e con quale capitolato? Boh…

Conclusione (provvisoria): ma la Rai ha mai disposto delle ispezioni a New York?; ha mai avviato degli audit sulla regolarità delle procedure seguite da GVG nei riguardi del personale che lavorava per viale Mazzini e anche sulle procedure seguite dalle proprie direzioni interne?

L’ANAC e la Corte dei Conti cosa pensano di questa misteriosa vicenda? È troppo chiedere che sia fatta chiarezza sul sistema di protezione sul quale  evidentemente può contare la GVG all’interno della Rai?

P.S. Ad ogni buon conto, vale la pena di andare a rileggere la lettera inviata a Sassate (ma non solo) dai dipendenti dell’ufficio di NYC e messa on line il 12 Dicembre dell’anno scorso. Sono passati sette mesi, inutilmente.

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