Caro Capone, l’Ugl non è la Cisnal

“Egregio Dottor Capone,
nonostante la promessa fatta a me stesso di non occuparmi più delle vicende dell’Ugl, ancorché ne fossi da più parti sollecitato, ecco a rivolgermi a Lei dopo aver letto su un sito una sua lunga disquisizione sui “presunti” settanta anni dell’Ugl. Lei fa riferimento a quel glorioso 24 marzo del 1950 quando uomini coraggiosi e di valore come Ugo Clavenzani, Giuseppe Landi e Gianni Roberti, fecero nascere la Cisnal nella sala Maddaloni di Napoli.

Quella Cisnal che fino al 1996 è stata la bandiera sotto cui si ritrovavano i lavoratori che non si riconoscevano nei sindacati ufficiali che erano CGIL, CISL e UIL. Mi permetto di scriverLe da ex dirigente, come Lei sicuramente saprà, non di secondo piano di quella gloriosa organizzazione che era la Cisnal.

Io mi dimisi, e non fui cacciato come qualcuno si è divertito a dire nel corso di questi decenni, dalla Cisnal nel 1991 non condividendo la scelta che fece l’allora segretario generale Ivo Laghi di costituire una segreteria generale collegiale.

Non ritengo ora di parlare di quell’evento ma solo di ricordare a Lei come la Cisnal dal 1978 al 1990 seppe dare, sotto la segreteria di Ivo Laghi, un impulso notevole sia alla difesa dei lavoratori, che in quel periodo erano soggetti agli accordi scellerati che la triplice faceva con il governo e con Confindustria, sia all’autonomia politica o meglio partitica di un sindacato che aveva sì gli stessi obiettivi e gli stessi Valori di un partito come il Movimento Sociale Italiano ma che rivendicava, per sua natura, la libertà di scegliere le forme di lotta e di criticare posizioni politiche che non condivideva e che non erano aderenti agli interessi dei lavoratori.

Una Cisnal, quella di Ivo Laghi, che firmò un “patto di unità di intenti” con l’MSI di Giorgio Almirante ma che non fu mai subalterna a quel partito. Una CISNAL che nei suoi cortei e nelle sue manifestazioni aveva in prima fila i sindacalisti e in seconda fila i politici, Almirante compreso. Una Cisnal che non faceva inaugurare le proprie sedi ad un segretario politico ma faceva tagliare i nastri tricolore ai suoi dirigenti e alle donne del sindacato. Una Cisnal che non faceva accordi con il partito di ispirazione per “piazzare” i suoi uomini ma non impediva ai suoi sindacalisti di scegliere tra la politica e il sindacato. Una Cisnal che nei suoi congressi eleggeva liberamente e correttamente la sua classe dirigente e il suo segretario generale. Una CIsnal che ha avuto sempre a cuore un gioiello come l’ENAS.

Una Cisnal che ha mai avuto indagati dalla magistratura i suoi dirigenti per malversazioni amministrative o utilizzo di carte di credito pagate con i soldi delle quote dei lavoratori per acquisti che niente avevano a che vedere con l’attività sindacale. Una Cisnal che vedeva i suoi segretari nazionali di categoria fare ore e giornate di attesa fuori delle stanze di Confindustria o dei ministri per siglare accordi e che nel frattempo mangiavano pane e mortadella e non andavano in ristoranti costosi e alla moda.

Una Cisnal, insomma, che aveva a cuore il bene dei suoi associati che erano veramente tanti e si fidavano dei suoi dirigenti sindacali. Anche durante la segreteria di Mauro Nobilia, per essere sinceri, qualcosa di positivo si è avuto, poi, non si sa perché, qualcosa si è rotto e il patrimonio di Valori della CISNAL è andato disperso. Non sto a raccontare le vicissitudini che hanno portato l’Ugl nella situazione attuale con tre ex segretari generali sotto processo per reati penali.

Le risse all’interno della sede di via delle Botteghe Oscure hanno fatto il giro del web, la perdita di rappresentatività nel Pubblico Impiego è un dato di fatto certificato dall’ARAN. Anche l’ultimo congresso, se così lo si può chiamare è sembrata più una passerella per far digerire un accordo politico che ha portato bene (fino a che gli durerà) solo al suo ex vice Claudio Durigon che in queste ore mi sembra di capire abbia qualche problemino organizzativo nella “vostra Lega”. Una cosa Lei, Signor Segretario, l’ha fatta bene: ritirare la Sua candidatura dalla lista delle Europee con la Lega.

Forse si è fatto due calcoli e ha visto che per andare a sedere a Bruxelles ci vogliono decine di migliaia di voti di preferenza che probabilmente Lei non è in grado di raccogliere e che forse sperava di avere in regalo da Salvini.

Vede Dottor Capone, Io sono stato dal 1983 al 1990 in segreteria confederale ricoprendo dal 1988 al 1990 l’incarico di segretario generale aggiunto e sul tavolo delle nostre segreterie sono passate tantissime tornate elettorali. Ad ogni elezione veniva proposto a Ivo Laghi di candidarsi ma lui ha sempre rifiutato ancorché venisse lui offerto un collegio sicuro al Senato.

Laghi rifiutando le candidature era coerente con quel principio che aveva fatto grande la Cisnal relativamente alla separazione tra incarichi di partito e di sindacato. Ivo Laghi pur essendo collocato politicamente da una parte ben identificabile non ha mai etichettato la Cisnal come “sindacato di destra o di centrodestra”. Tutto questo fa la differenza tra Cisnal e Ugl. Lei può farsi fotografare accanto alla Camusso o a Landini, con Barbagallo o la Furlan ma sa benissimo che se esistesse una legge per il riconoscimento della rappresentatività nel settore privato, l’Ugl resterebbe fuori la porta delle trattative così come avviene oggi nel Pubblico Impiego dove il grado di rappresentatività è dato dai voti raccolti tra i dipendenti e gli iscritti certificati dall’ARAN.

Ecco perché leggendo quello che Lei dice riguardo al fatto che “l’Ugl è l’erede della CISNAL” mi permetto di contestarLa, in modo educato ma fermo e netto. La Cisnal è finita nel 1996 e la sua eredità di Valori non può essere certo sbandierata da chi non ne ha titolo. Lei ama dire che l’Ugl è ”l’altro sindacato” mentre io le dico che l’UGL è “un altro sindacato” che niente ha a che fare con la vecchia e gloriosa Cisnal. Legga attentamente quella Storia e vedrà le differenze tra il Suo sindacato e quella sigla che fece la Storia del Sindacalismo Italiano con uomini come Giuseppe Landi, Ugo Clavenzani, Gianni Roberti, Ivo Laghi, Ciccio Franco artefice della rivolta di Reggio.

Si informi su quello che passarono i sindacalisti negli anni settanta che venivano discriminati nelle aziende e penalizzati nelle carriere solo perché avevano in tasca la tessera della CISNAL, vada a rivedersi i filmati degli storici primi maggio che dal 1985 al 1990 si tennero a Roma, i cortei sulla scala mobile e sull’accordo Scotti di Roma, lo storico comizio dell’Adriano di Roma, in quelle manifestazioni vi erano migliaia di lavoratori in carne ed ossa non sagome di cartone. Ecco perché riaffermo che se la Cisnal ha lasciato eredità sindacali, queste non sono riconducibili all’UGL. Lei, ovviamente, è padrone di dire ciò vuole e di fare programmi faraonici credendo (solo Lei) di festeggiare 70 anni di storia ma sappia che non è così.

L’UGL è un sindacato come un altro legittimamente nato con l’intento di proseguire l’azione della CISNAL ma che, negli anni, non ha saputo rimanere sulla strada di Landi o di Laghi. Ne prenda atto e vada avanti dignitosamente con la Sua Ugl ma, la prego, lasci stare la Cisnal perché penso che i fondatori di quella storica sigla oggi si stiano rovesciando nella tomba. L’UGL deve lavorare ancora molto per definirsi “erede” di un patrimonio storico e sociale come quello della Cisnal.

Glielo dico con il massimo del rispetto che debbo a Lei e ai Suoi iscritti ma con la fermezza di chi ha veramente lottato e sofferto discriminazioni di ogni genere per amore di quella sigla. Finisco augurando a Lei e alla Sua organizzazione di poter un giorno dire “la Cisnal siamo noi” ma allo stato delle cose il mio ottimismo si spegne. Con rispetto.

Massimo Visconti

Commenti

  1. Non si può aggiungere altro a questo articolo, in queste righe é racchiusa la storia di un sindacato costruito da Uomini con ideali, ormai sparita. Ahimè!! Nostalgia del sindacato

  2. Quando gli interessi dei pochi soffocano gli interessi dei molti, quando i capi ignorano l’origine del significato “sindacato”, quando si fa appello a noi stupidi fedeli ad un ideale per poterci strumentalizzare sono cominciate a pervadere l’aria le note non dei funerali di Sigfrido ma dei funerali della gloriosa Cisnal che portava sul suo vessillo l’Italia con l’Istria e la Dalmazia.

  3. Ho vissuto la Cisnal con passione e amore condividendo gli ideali, I valori, ho avuto maestri come Pampo e Nobilia, ho difeso e impresso dentro me la storia della Cisnal, ho vissuto l Ugl con angoscia, con delusioni profonde.

  4. Ho vissuto la Cisnal con passione e amore condividendo gli ideali, I valori, ho avuto maestri come Pampo e Nobilia, ho difeso e impresso dentro me la storia della Cisnal, ho vissuto l Ugl con angoscia, con delusioni profonde.

  5. L’ UGL guidata dagli ultimi quattro segretari compreso Capone ha illuso tanti bravi sindacalisti e semplici iscritti sbandierando la continuazione ideologica della nobile Cisnal ma è stata solo usata a fini esclusivamente personali da parte di una piccola schiera di personaggi che hanno ottenuto visibilità, soldi ,potere ma nient’altro per i lavoratori. Il tempo è galantuomo , la UGL non è e non sarà mai la Cisnal e i padri fondatori della Cisnal si fergognerebbero per questo accostamento.

  6. Sacrosanta verità!
    Non ho più voglia nemmeno di scriverlo quell’acronimo a cui ormai viene associato di tutto e di più tranne che le battaglie in favore dei lavoratori…
    Mutande, orologi, carte di credito, elezioni farlocche hanno preso il posto di assemblee, contrattazioni, scioperi!
    Come distruggere un patrimonio di valori e di saperi…
    Danilo Scipio

  7. Ho avuto modo di leggere il tenore dell’intervento di Francesco Paolo Capone, segretario confederale UGL, tenuto in occasione del 70° anno di nascita della predetta Organizzazione Sindacale. Non mi è sfuggito il passaggio in cui Capone vorrebbe fare intendere che l’UGL sarebbe la prosecuzione della CISNAL. Ora, dico io, con tutto il rispetto di Capone e della UGL, ma una cosa del genere non si può sentire per due ragioni fondamentali: 1) la CISNAL pur nascendo in contrapposizione alla triplice sindacale e collocata dai più nell’area di destra, tenne sempre fuori i partiti politici dalle proprie attività sindacali, anteponendo la difesa e tutela dei diritti dei lavoratori ad ogni altra ragione; 2) In forza dell’atteggiamento di cui al punto 1 la crescita della CISNAL, posta su una parabola geometrica, nei suoi anni di vita, la vedevano in continua ascesa. Poi venne l’UGL e i risultati sia in termini di qualità sindacale che di quantità, è sotto gli occhi di tutti. Quel disegno geometrico rappresenta l’evidente caduta libera. Per queste ragioni, credo che alla CISNAL e a chi l’ha rappresentata degnamente si debba rispetto, perché, oltretutto, mai avrebbe accettato lo sponsor della “LEGA” o di qualsiasi altro partito politico, e ancor peggio, mai avrebbe consentito al suo Vice Segretario il “salto della quaglia”. Insomma, sciacquiamoci la bocca, tutti, prima di nominare e, ancor peggio, paragonarsi alla CISNAL!
    Lorenzo Santabarbara

  8. Prima di tutto è doveroso ringraziare il dott.Visconti per il suo bellissimo articolo da cui traspare ancora quella malinconia nel ricordare quei luoghi e quelle persone che hanno dato vita alla Cisnal. È vero che i tempi si sono evoluti e così anche le persone che alla fine – sicuramente dopo Mauro Nobilia – hanno sgomitato e fatto a gara per distruggere e ridicolizzare un sindacato che è l’altra faccia della medaglia della Cisnal. Basti pensare che la nuova gestione ugl ha epurato alcuni dei suoi segretari territoriali che hanno avuto l’ardire di fare il loro dovere ovvero difendere nelle sedi deputate i lavoratori del patronato Enas licenziati a seguito della fusione con Acai…. Visto che il dott. Visconti ha citato anche il gioiello della Cisnal ovvero proprio il Patronato Enas ridotto al lumicino grazie alle fauci della sua organizzazione promotrice che ha spolpato le casse Enas fino a ridurre le famiglie sul lastrico. Ugl unione generale del lavoro Vergogna!!

  9. Signori è veramente triste constatare la verità. Mi auguro veramente di cuore che i pochi iscritti aprano gli occhi e risparmino i loro soldi. È più gratificante e di coscienza contribuire ad aiutare la ricerca o tante di quelle associazioni serie che buttare tutti i mesi soldi sudati per contribuire a far ingrassare chi di noi si è sempre strafregato

  10. Mi pare di ricordare un giornale la metà sociale e un giornale parallelo la mela sociale che parlava di prestiti mai tornati per milioni di vecchie lire come di immobili svenduti etc.CHI È SENZA PECCATO. .

  11. Un ex Segretario generale, messo alla porta dopo un’ennesima faida interna, disse:” io me ne vado ma vi lascio le ceneri”. È così è stato… dopo anni di sacrifici da parte di tutte le degne persone che hanno creduto in ideali sindacali trascurando a volte anche la propria famiglia, ora, visto i recenti mutamenti organizzativi in cui è stato più volte calpestato lo statuto, ci si accorge di aver combattuto per creare qualcosa che nulla ha a che fare con un sindacato.

  12. Analisi corretta e pienamente condivisibile. Troppa politica Nel sindacato e questi sono i risultati, un vero e proprio disastro. Il grande disastro sul piano sindacale che lascia a piedi migliaia di iscritti e soprattutto sul piano politico che mette come Sottosegretario al lavoro Claudio Durigon una persona che all’INPS ha contributi doppio zero, come la farina., una persona che non ha potuto svolgere assemblee sindacali nel polo chimico farmaceutico di Latina perché sarebbe stato bloccato dai lavoratori nelle portinerie delle Fabbriche onde evitare insulti ed aggressioni. Poi UGL ha partorito Il gatto e la volpe Capone ed Ulgiati che nel 2017 pensano di andare con i soldi del sindacato in Argentina a curare un accordo per il CAF con gli italiani li residenti Qquando nella nostra nazione i trovano migliaia di lavoratori con contratto di categoria scaduto:il fatto si commenta da solo, e concludo auspicando ed augurando loro, una fine che neanche Dario Argento se la può immaginare..sperando siano sepolti dallo stesso letame che hanno prodotto.

  13. Non si comprende o meglio si potrebbe comprendere il motivo che spinge queste persone a fare sindacato e farsi chiamare sindacalisti imbastardendo il vero significato del termine. Dietro la parola sindacato moderno c’è tutto un mondo di pugnalate alle spalle per arricchimento personale (di soldi ovviamente) sotto le mentite spoglie assistiamo a gentucola che non sa nemmeno come è arrivata su quelle maledette poltrone o a parlare in TV di argomenti che ovviamente non gli appartengono. Se vi è rimasto un briciolo di dignità non sarebbe meglio lasciar perdere.. Ridateci la Cisnal!!

  14. Un sindacato che si è venduto alla politica e che permette ai propri segretari provinciali di candidarsi con la Lega ..x non parlare del suo patronato cancellato insieme alla dignità dei suoi dipendenti

  15. Ottima analisi per un ottimo articolo. Per qualificare la dirigenza dell’UGL è sufficiente evidenziare come hanno gestito vergognosamente la questione relativa al patronato ENAS, cancellato con un colpo di spugna calpestando dignità, diritti e professionalità dei dipendenti lasciati senza stipendio per mesi e tuttora in attesa delle loro spettanze. Vergogna UGL !!!

  16. Caro Visconti, mi ricordo ancora i tuoi interventi nei vari convegni e, se ben ricordo ricoprivi anche la Segreteria di Roma, mi dispiacque molto la tua presa di posizione che portò alle tue dimissioni, tu e altri che ti seguirono, lasciarono un vuoto di capacità e coerenza nel Sindacato. Perfetta la tua disamina sulla Cisnal/Ugl. Vorrei completare, perche vissuta direttamente, la fine ingloriosa di una mancata transizione voluta per scimmiottare il Msi/An.
    La cessazione delle aspirazioni della dirigenza Cisnal è avvenuta esattamente con la candidatura di Mario Nobilia alle europee. La candidatura scoperchiò il vaso di pandora con la candidatura di Cetica e la defenestrazione della dirigenza dei segretari provinciali e nazionali, io fui il primo e, a seguire la decapitazione generalizzata, poi la lotta Cetica/Polverini a cui segui la riappacificazione di solo vertice. Fatta fuori la dirigenza ex Cisnal, subentrò il caravanserraglio sindacale senza storia, dove sindacalmente si è fatto di tutto e il suo contrario. Cosa è oggi l’Ugl, non so descriverlo, certo non è l’ex Cisnal.
    Vittorio Scialpi-già segretario UPL-Udine e componente del Comitato centrale.

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