Venezia, porto a rischio chiusura? I marittimi scendono in campo

«Siamo di fronte a una condanna a morte del porto, di una delle attività economiche principali di Venezia e del Veneto, ma anche della ragione d’essere, storica e attuale, della città». L’associazione agenti marittimi del Veneto, presieduta da Alessandro Santi, e la Federazione nazionale, Federagenti, scendono in campo dopo le dichiarazioni del ministro della Cultura Bonisoli avallate da Toninelli.

«La storia di Venezia dovrebbe insegnare – spiega Santi – quanto sia inscindibile il legame tra il porto e la città; ma questo insegnamento non è neppure percepito: due ministri dimostrano di non avere la benché minima idea della realtà veneziana, scegliendo la strada dei facili proclami di propaganda, affidandosi a messaggi su piattaforme social, e ponendosi a fianco di chi vuole condannare Venezia all’immobilismo, frutto maturo di una totale mancanza di una politica efficace sulla residenzialità con la conseguente necrotizzazione del suo tessuto sociale».

«Gli operatori marittimi non possono assistere passivamente a un omicidio in diretta: una scure calata dall’alto che rischia di tagliare in modo netto un settore economico fondamentale come quello delle attività portuali, azzerando un comparto che – secondo autorevoli e non contestabili studi pubblicati –  costituisce più del 20 % della ricchezza generata nell’area metropolitana (1,1 Miliardi di euro, ottava città italiana)».

«Da anni – ricorda il presidente di Federagenti Gian Enzo Duci – gli agenti marittimi sono impegnati in prima linea, con studi, ricerche, analisi, sempre condivise con tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti in questo settore, dimostrando ampiamente la compatibilità delle attività portuali e di una filiera di lavoro e reddito irrinunciabile con la salvaguardia e la tutela non soltanto di Venezia e della sua laguna. Oggi ci troviamo difronte, sostenute da ministri sui social, e ribadisco sui social, a una ipotesi folle di decrescita…felice. Progetti e innovazioni concrete finalizzati a garantire una prospettiva di sviluppo e non di declino al futuro della città, ma anche studi redatti in sei anni da parte delle autorità locali competenti….tutto inutile, tutto vano; a avere il sopravvento è solo un’ipotesi di pura propaganda: quella della morte di Venezia».

Secondo gli agenti marittimi, la scelta ipotizzata dai ministri Bonisoli e Toninelli avrebbe come conseguenza, l’acuirsi del fenomeno di “museizzazione” di Venezia, soffocando le attività alternative alla monocultura turistica. E ciò quando è chiaro che la tutela della bellezza di questa città dovrebbe basarsi sulla gestione e soluzione dei reali problemi della città, che non sono sicuramente le navi.

«Ci siamo sempre resi disponibili al confronto e al dialogo e continueremo a farlo, se questo significa garantire un futuro alla nostra città. Ma di fronte a affermazioni come queste non possiamo che esprimere il nostro totale disaccordo e preannunciare una ponderata ma ferma opposizione, a tutela delle attività produttive, dei lavoratori e delle loro famiglie e anche della nostra storia e eredità comune» conclude Santi.

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