Viminale, errori a catena; dopo le gaffe su mitra e taser, tocca alla security

E meno male che Salvini è stato sostituito dalla Lamorgese, un prefetto, cioè un “tecnico”! Non se ne può più della caterva di errori a ripetizione da parte delle ”teste d’uovo” del Ministero dell’Interno. Prima sono riusciti a mettere fuori gioco la Beretta, favorendo una ditta tedesca per l’acquisto delle pistole mitragliatrici (Sassate, 9 giugno); poi, dopo essersi rifiutati di prendere in considerazione il rivoluzionario taser a 5 colpi israeliano della Magen, sono stati costretti a ritirare le pistole elettriche già in dotazione alla polizia per “difetto dei requisiti minimi di sicurezza” (sic!). E adesso se la prendono pure con le certificazioni relative al campo della security.

Perché, malgrado i tre mesi di lockdown da Covid, ora le medesime “teste d’uovo” del Viminale si rifiutano di accogliere la proroga che l’ASSIV (l’associazione di categoria degli istituti di vigilanza) ha chiesto per la certificazione del personale addetto alla sicurezza sulle navi. Stiamo parlando di professionisti con ciascuno 90 giorni di impiego nel settore. E soprattutto di gente con esperienza militare all’estero, in teatri operativi, di almeno sei mesi. Macché proroga: prima dovranno passare sotto le “forche caudine” di una commissione d’esame, magari composta da grassi burocrati, cui è demandato il sospirato “nulla osta”.

Così, c’è già un sospetto che comincia a farsi strada: non è che, grazie a questo “filtro”, alla fine a godere saranno le società straniere che si occupano di security? E’ già accaduto in Leonardo e altre aziende, non ci sarebbe proprio da meravigliarsi.

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