Concorso ai tempi del COVID. L’Esercito vara un concorso inopportuno e iniquo

Prosegue la marcia solitaria dello Stato Maggiore Esercito che in piena pandemia da COVID-19 bandisce un “Concorso per Ufficiali Ruolo Speciale” – scaduto il 19 aprile scorso – al fine di reclutare altre unità da impiegare nella gestione dell’emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo ormai da mesi.

All’interno del contestato bando di concorso, la Rappresentanza Militare deliberando sull’argomento, ha ravvisato delle anomalie, delle inesattezze che cozzano con quanto emanato fino ad ora e che mostrano la palese volontà da parte dello Stato Maggiore di compiere passi indietro anziché in avanti.

«Le lunghe lotte che hanno visto impegnata la Rappresentanza Militare, e in particolar modo i Graduati durante il provvedimento correttivo al riordino dei ruoli, è ormai una realtà conclamata – affermano i delegati del Co. Ce. R. Esercito tramite una nota stampa, come riporta Adnkronos – Si è trattato di battaglie mirate a riconoscere al personale la possibilità di poter partecipare ai concorsi per il reclutamento degli Ufficiali del ruolo speciale, con una riserva di posti e con l’innalzamento dei limiti d’ età. Richieste che hanno trovato accoglimento nel Decreto Legislativo n.173 del 2019 ma che, ancora oggi, rimangono inapplicate».

I delegati ribadiscono che «nonostante la volontà politica e la forza della legge, alcuni Stati Maggiori, trincerandosi dietro superabili ostacoli burocratici, hanno bandito un concorso di selezione per ufficiali del ruolo speciale senza tener conto di tutti i dettami del nuovo provvedimento normativo. Questo non può che danneggiare le aspettative del personale e confermare quel giudizio di ‘qualitativamente non validi’ paventato e trascritto senza troppi scrupoli dai tecnici, in tempi passati, quando la voce del Co.Ce.R. chiedeva maggiore rispetto e dignità in termini di opportunità per la categoria dei Graduati».

Insomma, ci troviamo di fronte all’ennesimo atto di “discriminazione”, senza contare che «per recuperare il tempo perduto in termini di opportunità concorsuali – proseguono – l’innalzamento del limite di età per la partecipazione, vale solo per un periodo transitorio, quindi determinato nel tempo. Per cui, non solo non viene riconosciuta la possibilità di partecipare al concorso, ma tutto questo innesca un meccanismo tale per cui si concretizza la perdita di opportunità per il personale e si vanifica la previsione di legge».

Se già questo non risultasse una presa in giro bella e buona, si aggiunge al quadro generale disastroso, la bocciatura alla Camera dell’emendamento a firma Ciriello-Ferro nel quale chiedevano di sospendere il suddetto Concorso e ricorrere allo «scorrimento fino ad esaurimento delle graduatorie in corso di validità».

Quando un provvedimento è valido, dovrebbe essere accolto indipendentemente dal colore politico di provenienza. Nemmeno in una situazione di emergenza come questa si riesce a mettere da parte la litigiosità, l’ostracismo e la diffidenza che regna in Italia tra fazioni politiche tale per cui fa del nostro Paese la Nazione con la classe politica più litigiosa d’Europa. Mentre in Portogallo, Spagna, Grecia si fa quadrato, noi ci barcameniamo in beghe e cavilli burocratici. Ma passiamo oltre.

A questo punto, ci sentiamo in dovere di rivolgerci al Capo di Stato Maggiore, Gen. C. A. Salvatore Farina, che ha dimostrato, in svariate occasioni, di tenere al personale, di battersi per migliorare le loro condizioni lavorative e che ha sempre dimostrato lungimiranza, attenzione ed intelligenza. Cosa è successo adesso?

Perché ha avallato un Concorso che, senza neppure doverlo sottolineare, non si potrà espletare per ovvie ragioni? Se ancora non si fosse capito c’è il Coronavirus ed è impensabile mettere in una stanza centinaia di aspiranti concorsisti e far loro eseguire le prove scritte, men che meno quelle fisiche. Senza contare che, qualora per assurdo il Concorso dovesse svolgersi, il personale potrebbe essere assunto solo il prossimo anno. Ma se l’urgenza di personale c’è adesso, come si fa?

Ci viene da pensare che ci sia qualcuno che lavori nell’ombra, che tesse trame contro il personale e che distorce la realtà rendendola edulcorata quando invece persegue solo i propri interessi. A questo punto vorremmo sapere quali sono e cosa abbia portato a partorire questa idea scellerata di un Concorso ai tempi del COVID; tralasciando che si tratta di un Concorso iniquo e che non tiene conto dei passaggi fondamentali del Correttivo al Riordino dei Ruoli. Tipiche cose all’italiana, ci verrebbe da dire.

Alla luce di tutto questo, non sarebbe meglio, eccezionalmente e vista la situazione emergenziale COVID, ritirare il Concorso, pietra dello scandalo, e attingere alle graduatorie del 2018 iniziando ad impiegare gli idonei non vincitori che, comunque, sono specializzati?

Se l’obiettivo è avere più personale da mettere in campo subito, questa potrebbe essere la strada percorribile, le altre, ahinoi, potrebbero apparire solo come l’ennesimo tentativo di fare melina, perdere tempo e impantanarsi in quisquiglie da Azzeccagarbugli.

Commenti

  1. E per i volontari in ferma prefissata ? Anche per loro è impensabile fare prove scritte e/o fisiche , senza contare che numericamente i candidati sono forse il triplo del concorso preso in oggetto dell’articolo .
    Tra cui moltissimi prossimi al congedo.
    Ci sono molte alternative anche per loro, se solo le si vuole vedere, ovviamente !

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