Difesa e Leonardo: da Graziano a Profumo, spezzatino pro-USA con contorno di Moncada

Ettore Gotti Tedeschi, non proprio un passante, l’aveva definito (parlando con l’ex-ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi) ”grandissimo burattinaio”. Un nuovo Licio Gelli, sia per le fraterne frequentazioni di rito scozzese, sia per riuscire ad essere discretamente sempre al centro degli intrecci affaristici più delicati.

Ma Ignazio Moncada, 68 anni, da Modica (Ragusa), ex-potente “dominus” di FATA (la società di progettazione e logistica del gruppo di piazza Montegrappa smantellata da Mauro Moretti), dal Gran Maestro della Loggia P2 ha mutuato anche un’altra curiosa abitudine: non riceve in ufficio, ma in albergo.

E se Gelli aveva a disposizione un appartamento all’Excelsior di via Veneto per poter procedere in santa pace alle iniziazioni di politici, banchieri, generali e ammiragli (meglio se dei servizi segreti), Moncada preferisce farlo nella grande hall del St. Regis, l’ex- Grand Hotel di via Vittorio Emanuele Orlando.

Luogo forse un po’ meno riservato, ma dove è certamente più complicato piazzare “cimici” per le intercettazioni ambientali. Così, quasi sempre il mercoledì, è qui che il “grandissimo burattinaio” si incontra con gli amici fraterni e coloro i quali aspirano a chiudere determinati affari con la Difesa, con Leonardo e con molti altri centri di potere, soprattutto per quanto riguarda le forniture militari e la sicurezza.

Già, perché – guarda tu tante volte la combinazione – tra gli amici più fraterni di Moncada, c’è certamente Claudio Graziano, il “generalissimo” capo di Stato Maggiore della Difesa, al centro in queste settimane di un bel po’ di delicate questioni sul Libro Bianco e sul relativo decreto attuativo destinato a farlo diventare anche potentissimo (con la minuscola, eh…).

Seccato per essere stato scoperto mentre tentava il “blitz”, concordato con la ministra Roberta Pinotti e imposto senza tanti complimenti agli altri vertici delle Forze Armate, Graziano comincia ad essere preoccupato. Maggio sta finendo e il piano per far approvare a tempo di record dal Senato il ddl, rischia di naufragare.

Anche perché non sono pochi i componenti della Commissione Difesa di Palazzo Madama che hanno manifestato perplessità sugli strapoteri da destinare al “generalissimo”. Per non parlare della rivolta in atto su quell’altra genialata che si è rivelato il provvedimento sul riordino delle carriere.

Poteva Moncada disinteressarsi dei crucci del suo amico fraterno Graziano? Non poteva davvero. E difatti sta chiamando a raccolta tutti gli amici (non solo fraterni) per far sì che alla fine tutto vada come il “generalissimo” desidera. Senza ulteriori intralci o polemiche pretestuose da parte dei media non allineati.

E nella hall del St. Regis, adesso c’è chi si domanda se non sia il caso di posizionare un semaforo. Per regolare meglio il traffico.

(1-continua)

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