Viadotto Morandi, AssArmatori: “Ora tocca allo Stato”

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Dopo la tragedia che ha colpito la città di Genova tante – troppe – voci sono levate. Spesso a sproposito. Uno dei pochi che, finora, ha detto qualcosa di concreto e saggio è Stefano Messina, presidente di AssArmatori, l’associazione che rappresenta gli armatori e le compagnie di navigazione presenti nel porto del capoluogo ligure.

«Grazie anche alla nascita spontanea di un “sistema Genova” – spiega – che mai come in passato ha visto compattarsi come oggi le istituzioni (Comune, Regione e Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale) impegnate giorno e notte nel recupero della normalità, il porto è pienamente operativo.

Ma ora il problema non è genovese, è un problema che coinvolge tutto il sistema Paese e richiede una consapevolezza nuova e l’immediata applicazione di misure e metodi straordinari». Secondo il presidente di AssArmatori, che ha sottolineato l’esigenza della nomina di un commissario straordinario, ci sono quattro misure prioritarie:

1) costruzione nei tempi più brevi possibili di un nuovo ponte, ricucendo il tracciato levante-ponente reciso dal crollo del Ponte Morandi. E ciò indipendentemente dalle esecuzione delle opere strategiche sull’asse di collegamento europeo Genova-Rotterdam, ovvero il Terzo Valico, il Nodo ferroviario di Genova e la Gronda autostradale, sulla quale deve essere immediatamente accelerato l’iter di costruzione;

2) varo di un’operazione ad hoc che consenta di velocizzare e rendere economico il servizio ferroviario da e per il porto. L’azione sulla linea del Campasso va nella direzione giusta, ma sono da prevedere misure specifiche per l’istituzione di servizi shuttle, e tariffe preferenziali per le manovre;

3) accelerazione nell’istituzione del Marebonus a livello europeo, che consenta di incentivare e sviluppare ulteriormente le Autostrade del mare;

4) applicazione puntuale del quadro regolamentare sui trasporti eccezionali.«AssArmatori – conclude – ribadisce la piena fiducia nella capacità del porto e della città di Genova di affrontare l’emergenza garantendo quei livelli di efficienza che caratterizzano l’attività dei suoi terminal.

E sulla base di ciò, nonostante le conseguenze economiche negative che comunque le aziende associate subiranno, conferma la continuità di tutti i servizi radicati in porto e quindi la presenza di tutte le navi che erano e sono previste scalare in porto».

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