Grimaldi Lines, una compagnia stupefacente

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Un’operazione congiunta della polizia federale e della Marina ha portato al sequestro di 1.322 chili di cocaina nel porto di Santos, sulla costa di San Paolo. La droga, nascosta in un carico di noccioline, era all’interno di due container caricati a bordo della “Grande Francia”, italianissima nave del Gruppo Grimaldi.

Qualche giorno prima era accaduta una cosa simile su un’altra nave del gruppo, la “Grande Nigeria”. L’ultimo fattaccio risale, invece, alla notte del 12 agosto. Ma la notizia, che ha giustamente avuto ampio risalto oltreoceano, ha fatto fatica ad arrivare da noi. L’Agi – l’agenzia di stampa di proprietà dell’Eni – ne ha dato conto, evitando accuratamente di nominare la Grimaldi. Stesso discorso per Rai News che si è limitata a dire che si tratta di una nave “con bandiera italiana registrata a Palermo”.

Pare che la “Grande Francia” sia stata attaccata da un gruppo di uomini armati che hanno preso in ostaggio i membri dell’equipaggio. Equipaggio, manco a dirlo, filippino. Sempre secondo quanto riportato dai media nostrani, l’eroico capitano della Grimaldi – probabilmente l’unico italiano a bordo – è comunque riuscito a chiedere aiuto alle autorità.

Al loro arrivo, i “pirati” erano già fuggiti, ma durante un’ispezione della stiva gli agenti hanno scoperto la cocaina. Sui siti italiani si dice che la polizia federale deve ancora stabilire se la droga fosse già sulla Grande Francia o se sia stata caricata a bordo dai malviventi. Ma d’altra parte, quale pirata che si rispetti non va in giro ad assaltare le navi portandosi dietro un quintale e rotti di cocaina?

 

 

 

 

 

 

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