Porto di Livorno, Grimaldi Lines e il mistero dell’interrogazione parlamentare del Pd

Nelle scorse settimane sono emerse delle irregolarità in alcune concessioni date alla Grimaldi Lines (leggi qui) all’interno del porto di Livorno. Una situazione che ha portato a un vero e proprio terremoto all’interno dell’autorità portuale, con l’accusa per i vertici di abuso di ufficio e falso. Ma un’unica certezza: almeno dal 2012, gli interessati hanno messo in atto il “medesimo disegno criminoso” con concessioni illegittime per favorire espressamente lo “sviluppo dei traffici del Gruppo Grimaldi”.

Stando alle carte, l’ente portuale avrebbe spudoratamente favorito il gruppo Grimaldi garantendogli “l’uso stabile ed esclusivo” di un’area senza che ve ne fossero i requisiti. In attesa della conclusione della vicenda – che intanto ha azzerato i vertici dell’Authority –  il rischio, concreto, è il blocco di uno degli scali più importanti del Mediterraneo.

L’inchiesta della Guardia di Finanza ha visto coinvolti Stefano Corsini (presidente dell’autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale)  Massimo Provinciali  (segretario generale), Giuliano Gallanti (presidente dell’autorità portuale di Livorno fino al marzo 2017) e Matteo Paroli (fino all’ottobre 2015 dirigente del settore demanio dell’autorità portuale di Livorno) tutti interdetti dai pubblici uffici per dodici mesi. Indagati anche Costantino Baldissara (Amministratore delegato della Sintermar Spa e principale referente del gruppo di armatori Grimaldi nel porto di Livorno), Corrado Neri (componente del Cda della Sintermar), Massimiliano Ercoli  (amministratore unico della Seatrag autostrade del mare).

In questa delicata situazione Francesco Critelli, deputato del Pd, ha voluto mettere il dito nella piaga dell’esecutivo, presentando un’interrogazione parlamentare sulle indagini che ormai da un anno riguardano le attività non esattamente limpide all’interno del porto di Livorno. Interrogazione aperta e chiusa in tempi record.

Fate attenzione alle date: lunedì 29 aprile il deputato dem ha chiesto al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli un chiarimento sulla chiusura dell’inchiesta della Procura di Livorno (leggi qui).

Un’interrogazione coi fiocchi, in cui si Critelli sottolinea come “dalle intercettazioni […] emergerebbe apertamente un illegittimo sistema di autorizzazione temporanee, concesse tra l’altro a tariffe agevolate, al gruppo Grimaldi, nell’ambito di un quadro di palese attività illecita da parte dei rappresentanti dell’autorità pubblica e del gruppo Grimaldi, nonché di distorsione del mercato e di un altrettanto evidente danno erariale”. In più, Critelli accusa il gruppo Grimaldidi un utilizzo illegittimo e non controllato di personale extracomunitario per risparmiare sul costo del lavoro“.

Insomma, un’interrogazione parlamentare precisa e ben dettagliata quella del parlamentare Pd. Presentata, come detto, lunedì 29 aprile e chiusa 24 ore dopo, il 30 aprile.

Cosa è successo? Come spiega “La Verità” molto probabilmente le cose si spiegano così: nel tentativo di mettere in difficoltà il governo pentaleghista, Critelli ha dimenticato che nel 2016 fu proprio il suo compagno di partito Graziano Delrio, allora a capo del dicastero che è oggi di Toninelli, ad annunciare entusiasticamente la nomina dei vertici (ora indagati) del Porto di Livorno. Senza contare il coinvolgimento di Ennio Cascetta, fedelissimo di Delrio, ex coordinatore della struttura tecnica di missione del Mit e, tanto per non farsi mancare nulla, anche presidente di Anas per qualche settimana.

Insomma, occhio a voler pescar nel torbido: non si sa mai cosa potrebbe venir fuori.

 

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