Rai: l’assoluta incompatibilità della Direzione Produzione in fatto di gare /1

In attesa di sapere come andrà a finire la vicenda GVG-Mediakite (leggi qui) per il lavoro dagli Stati Uniti, la Direzione Produzione Rai guidata dall’inamovibile (e qualcuno dovrà prima o poi spiegare il perché) Roberto Cecatto e dai suoi formidabili vice, è alle prese con altre due gare meritevoli di essere raccontate.

Anzi, sempre in tema di produzione, ci sarebbe anche una terza vicenda di questo genere, ma siccome il direttore del Coordinamento delle sedi estere, Luigi Meloni, la gara per i servizi da Bruxelles non ci pensa proprio a farla da anni, occorre per il momento tenerla separata. Ma procediamo con ordine.

Nel 2015, la bellezza di tre anni fa, l’inamovibile Cecatto avvia le procedure per una gara europea al massimo ribasso destinata a fornire alla Rai 8 nuovissimi mezzi mobili leggeri, cioè van dotati di parabola (non autopuntante, quindi sarebbe curioso sapere cosa ne penseranno i tecnici che dovranno usarla), postazione per il montaggio etc. in sostituzione delle vecchie ITA. Manifestano il loro interesse alla fornitura 5-6 aziende del settore.

Che lamentano tuttavia come sia già troppo bassa, per le moderne tecnologie richieste, la base di partenza. Così, alla fine, qualcuna rinuncia. Vince comunque la Videoprogetti, che si mette all’opera con i van Duster (vedi foto sotto) e un’offerta finale di 82.000 euro a mezzo.

A settembre vengono consegnate le prime tre vetture, con tanto di presentazione in pompa magna nel cortile di via Teulada. Peccato che adesso siano ferme a Saxa Rubra e che non possano ancora entrare in servizio per non meglio precisati “problemi tecnici”. Non basta. La società arrivata seconda ha già chiesto l’accesso agli atti della gara, passo che di solito equivale al preannuncio del ricorso.

E dalle voci che si rincorrono tra Teulada e Saxa, pare che tra i “problemi tecnici” già riscontrati e in lentissima via di soluzione e quelli al centro del possibile ricorso ci siano: un antenna che, girando, non arriva ai 160 gradi previsti; addirittura la non omologabilità del mezzo con una targa da vettura normale; l’impossibilità di operare i montaggi, per mancanza dello spazio minimo indispensabile previsto dalla legge 626 (modificata dal decreto legislativo 81/08). E via di questo passo.

Non pervenute le notizie relative agli altri cinque mezzi e ordini tassativi dall’alto di stroncare sul nascere eventuali polemiche.

Certo, come no, tanto sono soldi pubblici… Ecco, se magari l’Anac, già chiamata in causa nel ricorso della GVG contro Mediakite, buttasse un occhio anche su questa gara non sarebbe affatto male.

Anche perché non è l’unica vicenda grottesca in casa della Direzione Produzione.

(1-continua)

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